1984 da Orwell al Teatro Carcano

Un libro è al centro della scena, discusso da un gruppo di giovani. Così inizia 1984, adattamento teatrale di Robert Icke e Duncan Macmillan del celebre romanzo di George Orwell, andato in scena a Milano al Teatro Carcano.

Mentre sui tre schermi che avvolgono la scena si contrappongono le parole di Snowden, Trump, Putin, lo spettacolo inizia. Prende vita una ipotesi che appare agghiacciante: è quanto succede quando, causa dittatura di qualsiasi genere, l’individuo è libero di pensare solo entro ambiti prestabiliti. È il Grande Fratello che tutto sorveglia, senza poter essere identificato, meno ancora tacitato. Qui l’opposizione, la Confraternita, c’è, ma attentamente clandestina, conscia del rischio e consapevole che anche i bambini sono delatori.

In scena si intuiscono le telecamere e le immagini spesso appaiono sugli schermi sul fondo. Al centro c’è Winston – nome come quello di Churchill, certo non casuale – inglobato nei poteri del Partito, con il compito di riscrivere i libri in modo che siano allineati. Eppure scrive un suo diario segreto, pensandolo come un monito per i posteri. E, cosa assolutamente vietata, si innamora di Julia, che scopre essere anche lei abile a dissimulare i suoi veri sentimenti. Si incontrano in un boschetto e successivamente in una stanza messa a disposizione da un antiquario sufficientemente ambiguo. E il pubblico, osservandoli sugli schermi, può sentirsi a sua volta un controllore, come il Grande Fratello. Siamo davvero innocenti? Estranei a questi comportamenti? Mai controllato gli altri sui social?

Sul palcoscenico la regia di Giancarlo Nicoletti dà alle immagini un grande ruolo, con le riprese visibili sugli schermi a suggerire la possibilità di considerare anche gli spettatori come altrettanti Grande Fratello. Le luci improvvisamente si accendono, illuminando – accomunando – la platea e la scena, ora di un bianco accecante. Qui agiscono i 9 attori, con Violante Placido, Ninni Bruschetta e Woody Neri, tutti talmente calati nei loro ruoli da stimolare le reazioni degli spettatori, senza concedere attimi di indifferenza in uno spettacolo capace di affascinare, coinvolgere, suscitare più di un interrogativo.

Così il libro torna di nuovo al centro: è quello di Orwell che inquietava prevedendo un futuro lontano, chiamato 1984 come risultato di un gioco, quasi un anagramma rispetto al 1948, data di scrittura del romanzo? È quello di Winston sopravvissuto al 1984, che raccontava quanto realmente successo (e superato)?

E noi siamo sicuri di saper riconoscere il vero dal falso, fakenews e verità, immersi in Internet? Abbiamo gli strumenti per difenderci da un potere che ci vuole assecondanti? E siamo disposti a non accettare tutto passivamente, decisi a difendere la nostra privacy? Quelle scritte che sono balenate davanti ai nostri occhi agli inizi appaiono fakenews, prove di forza, volontà di non accettare manipolazioni.

Il Teatro Carcano continua così nella scelta di proporre, anche con le ospitalità, grandi spettacoli tratti da altrettanti capolavori della letteratura, che sulla scena parlano ancora oggi agli spettatori conquistandoli e coinvolgendoli con interrogativi molto attuali.

1984

di George Orwell

con Violante Placido, Ninni Bruschetta e Woody Neri

e con Silvio Laviano, Brunella Platania, Salvatore Rancatore, Tommaso Paolucci, Gianluigi Rodrigues, Chiara Sacco

nuovo adattamento di Robert Icke e Duncan Macmillan

traduzione e regia Giancarlo Nicoletti

scene Alessandro Chiti, musiche Oragravity, costumi Paola Marchesin, disegno video Alessandro Papa, disegno luci Giuseppe Filipponi, aiuto regia Giuditta Vasile, foto Azzurra Primavera

produzione GoldenArt Production

a Milano, Teatro Carcano, 20-24 novembre 2024