Leggi assorto e non sai che la tua vita sta per cambiare. Succede a Peter (Michele Radice), famiglia perfettamente borghese, con moglie, due figlie, due gatti, due pappagallini. Lo vediamo in poltrona immerso nella lettura. E’ la prima scena di A casa allo zoo, a Milano al Teatro Filodrammatici. E’ la pièce che nasce dall’unione di Vita casalinga e La storia dello zoo, scritti da Edward Albee a cinquant’anni di distanza l’uno dall’altro.
«Noi dobbiamo parlare» dice la moglie Ann (Valeria Perdonò). Ma deve ripeterlo, perché lui è completamente assorto nella lettura di un libro molto noioso. Nel suo ruolo di editore deve però leggerlo. Quando il richiamo si trasforma in dialogo le parole sembrano insinuarsi nella loro vita. Dall’asportazione del seno per prevenzione di lei alla circoncisione, fino alla provocazione di lei, che lo vorrebbe con più passione animalesca a letto, il discorso sfocia in un ricordo molto meno innocente. È quel tanto di destabilizzante (quasi sconvolgente) che sta nel racconto tutto da scoprire.
Una quindicina di semplici sottili tronchi, su un pavimento come un prato verde, fanno da scenografia allo spettacolo. Quando la poltrona viene portata via da un paio di tecnici con la testa di tigre compare una panchina. Siamo a New York vicino alla 47ª e alle spalle c’è lo zoo. E’ il luogo dove gli animali stanno in gabbia e da questo gli esseri umani si sentono protetti. La protezione non è però garantita quando ci si relaziona con gli altri.
Meglio uscire di casa. Ora Peter prende il suo libro per andare a leggere sulla panchina a Central Park alle spalle di un piccolo zoo. Proprio da lì, trasandato quanto basta, arriva Jerry (Tommaso Amadio) che lo annuncia a Peter. Inizia a parlare. Nel suo discorso diventa protagonista un cane: è l’uomo il migliore amico del cane, dice. È un lungo girovagare tra le parole, da cui affiorano più momenti di crudeltà. Peter ascolta e sul suo volto appaiono più interrogativi ed è davvero di rilievo osservarlo dalla platea. Ma Jerry provoca Peter. Non solo a parole, come prima aveva fatto Ann. Vuole spingerlo giù dalla panchina, lo costringe a muoversi, alzarsi.
Siamo al finale ed è davvero sconvolgente. Lo è per gli spettatori. Lo è per gli attori. Non è più solo interpretazione: per brevi momenti sembrano ancora immersi nei due ruoli di Peter e Jerry. L’impressione dalla platea è che gli stessi attori continuino a sentire quel tanto di sconvolgente anche al momento degli applausi. Che sono tanti, perché gli attori sono davvero credibili nei loro ruoli. Riescono a trasmettere agli spettatori tutte quelle emozioni che si sono sentite percorrere la scena.
Michele Radice (Peter), sempre in scena lungo tutta la pièce A casa allo zoo nelle sue due parti, passa attraverso situazioni, sensazioni diverse, che ben si leggono sul suo volto, nei suoi toni, nei silenzi qui molto significativi. Tommaso Amadio è perfetto nel ruolo del provocatore Jerry, che cerca di instaurare con l’altro una relazione che possa essere più che evanescente. Provocatrice con le parole è Ann, la moglie presente nella prima parte, a cui Valeria Perdonò dà un tocco ironico.
Ma che cosa succede negli ultimi momenti di A casa allo zoo? Certo non ve lo diciamo, perché è davvero tutto da scoprire. È quella svolta che dà tutta la dimensione dello spettacolo. Quel punto di arrivo, dopo continua salita, a cui ci conduce la bella regia di Bruno Fornasari, capace di suscitare più interrogativi. Quei rapporti a cui inevitabilmente tutti tendiamo riescono a soddisfarci? Oppure dobbiamo temerli? Siamo sempre indifesi? O dobbiamo viverli stando però sempre sulla difensiva?
(Nella foto di Salvatore Pastore, Tommaso Amadio e Michele Radice in A casa allo zoo. E’ al Teatro Filodrammatici con la regia di Bruno Fornasari fino al 29 gennaio 2023)
A casa allo zoo
di Edward Albee
Traduzione Enrico Luttmann
Regia Bruno Fornasari
Con Tommaso Amadio (Jerry), Valeria Perdonò (Ann), Michele Radice (Peter)
Scene e costumi Erika Carretta; Luci Fabrizio Visconti; Suono Silvia Laureti; Assistente alla regia Federica Dominoni
Foto di Laila Pozzo, Salvatore Pastore
Produzione Teatro Filodrammatici di Milano, Viola Produzioni con il sostegno di Intercettazioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia / Circuito CLAPS
A Milano al Teatro Filodrammatici dal 12 al 29 gennaio 2023
È prenotabile l’aperitivo con gli attori a fine spettacolo.