Romeo e Giulietta a Verona con un cast di 25 giovani veronesi tra i 18 e i 28 anni. Sono affiancati da Giuseppe Sartori, attore diplomato alla scuola del Piccolo di Milano, nel ruolo del principe di Verona. È lo spettacolo che segna l’inizio del mese di settembre (1 e 2 settembre) al Teatro Romano di Verona nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese. In prima nazionale “Romeo e Giulietta #generazione sacrificio” tratto da William Shakespeare nasce dalla collaborazione tra Teatro Stabile di Verona e Spazio Teatro Giovani (centro di ricerca e di formazione teatrale per i giovani a Verona, nel quartiere Veronetta). La rielaborazione drammaturgica e la regia sono di Silvia Masotti e Camilla Zorzi.
Quello di Shakespeare è un testo a cui è legato il mito di Verona, universalmente conosciuta grazie a dei personaggi immaginari che sono diventati particolarmente veri. Basta ricordare il balcone di Giulietta (a cui Giulietta naturalmente non si è mai affacciata). E le migliaia di lettere indirizzate a “Giulietta, Verona”, a cui le volontarie del Club di Giulietta rispondono regolarmente.
Silvia Masotti e Camilla Zorzi affrontando questo testo hanno verificato l’enorme numero di temi che lo connotano. È emersa l’importanza del valore politico nel senso di costituzione della Polis e necessità di investire sul futuro.
Il testo è stato tagliato, altrimenti durerebbe quattro ore, ma si ritrovano le parole di Shakespeare tradotte. Così, quando i componenti delle due famiglie si insultano, non si risparmiano e anche l’erotismo traspare forte dalle parole dei due giovanissimi amanti. Questi messi in scena da Shakespeare sono giovani che si massacrano perché educati a questo odio dalle loro famiglie, i Capuleti e i Montecchi. In un momento in cui di episodi di odio se ne sentono troppi questo Romeo e Giulietta messo in scena a Verona si propone come un investimento sul futuro. Perché questi ragazzi di Verona, che hanno lavorato per otto mesi, agosto compreso, amano ipotizzare un futuro diverso, lontano dall’odio che anima le due famiglie Montecchi e Capuleti.
«La lotta fra i Montecchi e i Capuleti – commentano Silvia Masotti e Camilla Zorzi – è un’estenuante guerra civile evidenziata da un muro che ricorda i tanti muri fisici e morali del mondo. In particolare evoca il muro di Berlino che ha diviso per più di trent’anni Oriente e Occidente e che purtroppo si sta innalzando di nuovo. Altro richiamo alla Berlino del muro sono i due angeli del “Cielo sopra Berlino” di Wim Wenders, che qui seguono due giovanissimi Romeo e Giulietta per sostituirsi a essi nella seconda parte della tragedia, quando protagonista ineluttabile diventa la Morte, che spazza via con violenza l’Eros vitale dei due protagonisti».
«Giuseppe Sartori – aggiungono Silvia Masotti e Camilla Zorzi – aiuterà i ragazzi a riconsegnare la tragedia al pubblico come una riflessione lucida e amara su che cosa succede se un collettivo non investe sul proprio futuro e se tutti i suoi figli non trovano altra soluzione che ammazzarsi fra loro, o suicidarsi. Non abbiamo voluto attualizzare “Romeo e Giulietta” ma sentirci tutti chiamati in causa in un testo così potente, perché nessuna generazione dovrebbe essere sacrificio di quelle precedenti, né ieri, né oggi, né mai».
(Nella foto di Ana Blagojevic, alcuni dei giovanissimi attori che compongono il cast di Romeo e Giulietta. Con rielaborazione drammaturgica e regia di Silvia Masotti e Camilla Zorzi è in scena al Teatro Romano di Verona)