È come un concerto. Così Lisa Ferlazzo Natoli, che ne cura la regia insieme ad Alessandro Ferroni, definisce Anatomia di un suicidio alla vigilia del debutto al Teatro Grassi. La complessità drammaturgica del testo di Alice Birch tocca il tempo e lo spazio perché ha al centro la vicenda di tre donne, madre figlia e nipote, ambientate in epoche diverse, ma raccontate in contemporanea.
Troviamo la madre Carol vissuta negli anni ’70-’80. La vediamo in particolare tra il 1972 e il 1993, che si suicida quando la figlia ha vent’anni, dopo aver a lungo pensato a questa azione. Con la figlia Anna siamo tra il 1999 e il 2004: per lei il suicidio è quasi casuale. Avviene dopo la nascita di Bonnie, la cui vicenda è ambientata tra il 2033 e il 2041. Lei non sa quasi nulla della madre e della nonna e la vediamo impegnata a ristrutturare la casa che ha deciso di vendere. La scopriamo anche decisa a farsi sterilizzare.
Le loro relazioni che toccano tempi diversi sono raccontate in contemporanea, al punto che il dialogo tra due è anche la risposta a un’altra. E’ una messinscena che diventa un esperimento ed esalta la coralità e la capacità degli attori di vivere lo spettacolo a teatro come un gruppo. Basta che un attore sbagli una battuta per creare difficoltà a tutti gli altri. Loro si muovono all’interno di una casa che mostra lo scorrere del tempo attraverso dettagli che, guardando da sinistra a destra, vengono a mancare.
Questa particolare messinscena richiesta dalla struttura della storia scelta dalla sua autrice affronta anche un tema particolare. Il suicidio che tocca la nonna come la madre non è però il risultato di un determinismo genetico. Proprio la presenza di tanti altri personaggi accanto alle tre donne porta a vedere quanto gli accadimenti della vita la determinano.
Lo spettacolo Anatomia di un suicidio, progetto di lacasadargilla, prevede anche una serie di appuntamenti “Oltre la scena”. Il primo, lunedì 27 febbraio, in collaborazione con Teatro Franco Parenti, dove ha luogo alle ore 19 prevede un esame del testo anche in rapporto ad altri testi letterari e opere cinematografiche.
Con il secondo viene presentata al pubblico l’edizione italiana di Anatomia di un suicidio di Alice Birch. E’ in programma mercoledì 1° marzo, alle 17.30 al Chiostro Nina Vinchi. Prevede la presenza di lacasadargilla, Margherita Mauro, che ha curato la traduzione e l’adattamento per la scena e Concita De Gregorio, autrice della prefazione. E’ in collaborazione con ilSaggiatore.
(Nella foto di Masiar Pasquali, da sinistra Tania Garribba, Petra Valentini, Federica Rosellini, rispettivamente la nonna Carol, la madre Anna e Bonnie. E’ la prima messa in scena in Italia del testo Anatomia di un suicidio di Alice Birch).
Anatomia di un suicidio
di Alice Birch
regia Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni.
traduzione Margherita Mauro; scene Marco Rossi; costumi Anna Missaglia; disegno luci Luigi Biondi; paesaggi musicali Alessandro Ferroni; disegno del suono Pasquale Citera; disegno video e cura dei contenuti Maddalena Parise; drammaturgia del movimento Marta Ciappina.
Interpreti (in ordine di apparizione) – Personaggi:
Tania Garribba Carol (A.); Francesco Villano John (A. – B.); Petra Valentini Anna (B.); Fortunato Leccese Dan (B.) – Dave (A.) – Felix (A.) – Luke (C.); Federica Rosellini Bonnie (C.); Camilla Semino Favro Jo (C.) – Laura (A.) – Lola (B.); Marco Cavalcoli Toby (A.) – Tim (C.) – Mark (A.) – Uomo (C.); Anna Mllamaci Daisy adolescente (A.) – Ragazzina 1 (C.) Ragazzina 2 (C.) – Anna adolescente (A.); Alice Palazzi Infermiera (A.) – Karen (C.) – Esther (C.) – May (B.) Donna (C.); Lorenzo Frediani Jamie (B. – C.); Caterina Carpio Emma (A.) – Daisy (B.) – Diane (C.) e con Anita Leon Franceschi Anna bambina (A.) – Altra bambina (C.).
produzione Piccolo Teatro di Milano
foto di scena Masiar Pasquali
Durata: 3 ore compreso intervallo
a Milano, Piccolo Teatro Grassi (via Rovello 2 – M1 Cordusio), dal 23 febbraio al 19 marzo 2023 (martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16)