Arte e paesaggio: l’integrazione tra i due elementi è il tema della rassegna Sentieri d’arte. Curata da Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli, espande il suo raggio d’azione dal Veneto alla Lombardia, con due esposizioni perfettamente integrate nel paesaggio. Sono sulle Dolomiti Ampezzane e sulle Prealpi lombarde, in Valle Intelvi.
A Cortina D’Ampezzo è la mostra I giardini di Artemide, allestita nel primo tratto del sentiero di Pian de ra Spines, collocato nei pressi di Fiames, caratterizzato dalla presenza di boschi e dalle sinuosità del letto del fiume Boite. Proprio a questa collocazione si deve il nome della esposizione. Il poeta e scalatore Giovanni Cenacchi nella guida letteraria per escursionisti Dolomiti cuore d’Europa (Hoepli, 2021 descrive il sentiero di Pian de ra Spines come il “regno della dea Artemide” per la presenza di boschi e linee curve generate dal fiume Boite.
In questo paesaggio, dal 23 luglio al 3 novembre 2022 sono gli interventi di Margherita Morgantin e Italo Zuffi, che si aggiungono a quelle realizzate in primavera da T-yong Chung, in occasione di un workshop presso il Liceo Artistico di Cortina. L’allestimento delle loro opere determina una modificazione, seppur lieve, all’interno del paesaggio naturale, che trasforma una parte del sentiero in un “giardino” ideale.
Sulle Prealpi lombarde, in Valle Intelvi arrivano invece gli interventi site-specific di Simone Berti, Caretto/Spagna, Jonathan Vivacqua, che si possono vedere dal 9 ottobre 2022. L’esposizione è Polline che vede una integrazione tra natura e intervento artistico quasi impalpabile, come il polline, appunto. Ed è una integrazione che si potrà vedere per 5 anni.
«Le opere – si legge nella presentazione di Polline – nascono ad hoc per una zona con alta vocazione al “transito”, che grazie alla presenza di forre e canaloni, pendii ripidi e scoscesi, ha favorito il contrabbando e ha visto, durante il secondo conflitto mondiale, transitare circa 20.000 persone dirette in Svizzera: ebrei, partigiani, dissidenti politici che fuggivano alle persecuzioni del regime nazifascista».
(Nella foto l’intervento di Simone Berti per il progetto Polline)
Aggiornamento del 5 agosto