Loro c’erano e ora ci sono. Sono sul palco del Teatro Carcano a Milano con Capaci 30 anni dopo, per ricordare nel 30° anniversario della strage e per testimoniare quello che Giovanni Falcone ha vissuto e loro hanno condiviso. Sono Luciano Tirindelli, Anselmo Lo Presti e il capo-scorta Giuseppe Sammarco, i tre uomini della scorta – quelli che non hanno condiviso lo stesso destino solo per un improvviso cambio di programma (erano la scorta del mattino).
E’ anche la prima volta che si incontrano dopo trent’anni. I loro ricordi sono particolarmente vivi, capaci di raccontarci qualcosa di sé e soprattutto far emergere tanto di Giovanni Falcone, molto più di quello che è noto. Raccontano di sé ed è un modo per rievocare l’atmosfera, la necessità di una attenzione estrema che non ammetteva distrazioni, senza tacere gli ostacoli che meno sarebbe logico aspettarsi. Luciano Tirindelli (nella foto), il primo a entrare in scena, parla di adrenalina come primo motore che l’aveva indotto a entrare tra i paracadutisti a Livorno e successivamente accettare questo lavoro come scorta. Insieme, ricorda il sorriso che gli fece Giovanni Falcone al primo incontro. Dalle sue parole emerge un affetto ancora vivo, unito a una stima e alla fierezza di essergli stato vicino, impegnato a proteggere un uomo che univa umanità e determinazione nella lotta alla mafia per il bene di tutto il Paese. E questo in anni e in una città che, dice il capo-scorta Giuseppe Sammarco, ricordando i tanti omicidi che la funestavano «Palermo allora era una città invivibile».
Dai ricordi emerge un Giovanni Falcone più intimo, rispetto a quello conosciuto attraverso la televisione. È uno che amava la vita e amava Palermo. Amava il mare e andava a nuotare in piscina la mattina prima di 12 ore chiuso ad affrontare un lavoro davvero duro. Reso ancora più ostico per i tanti ostacoli che arrivavano dall’esterno. I «suoi» uomini della scorta per lui erano come dei collaboratori e anche al ristorante voleva un trattamento non diverso da quello riservato a lui, perché anche loro potessero mangiare nello stesso modo, sia pure a turno.
Dal loro racconto emergono le difficoltà che gli crearono dall’esterno, le accuse di presenzialismo e addirittura di essersi messo da solo il borsone con i candelotti di tritolo davanti alla casa al mare. Da cui, aveva mandato via la moglie Francesca Morvillo per proteggerla, ma non aveva voluto scappare come dimostrazione di non resa. Emerge anche un Giovanni Falcone più amato oggi che allora.
È una testimonianza, ma non viene solo dalle loro voci, che sul palco si alternano. Perché questo è uno spettacolo vero, che ha un inizio con il video della strage di Capaci, di quel 23 maggio 1992, accompagnate in sottofondo dai commenti concitati, le differenti ipotesi dei poliziotti appena informati. Attraverso la voce di Laura Curino, che interviene in scena per delle letture, sentiamo una lettera mandata da Giovanni Falcone, ma anche dei commenti esecrabili, che preferiamo nemmeno sintetizzare, fino alla drammatica commemorazione giornalistica. Non manca nemmeno il momento musicale, con il suono di una tromba che, grazie a un bravo musicista, accompagna l’inizio e la fine della serata.
«Nella vita bisogna saper scegliere da che parte stare» è il commento che chiude la serata. Sono parole che danno il senso di questa testimonianza, studiata come uno spettacolo per catturare l’attenzione del pubblico. Insieme, è una importante occasione di ricordo per chi allora c’era, di scoperta per i più giovani. Perché non si deve dimenticare. Così questo spettacolo e la testimonianza sono destinati ad andare oltre la serata al Teatro Carcano: portati in altre città e anche nelle scuole. Che questa possa essere un’occasione gradita è dimostrato anche dalla presenza al Teatro Carcano di oltre un centinaio di studenti di scuole di Milano e di Magenta, che hanno applaudito in varie occasioni. Perché l’emozione dal palco è arrivata fino a loro e al pubblico in generale.
Capaci 30 anni dopo
Appuntamento con gli uomini della Scorta Falcone Q.S.15
Con Luciano Tirindelli, Anselmo Lo Presti e il capo-scorta Giuseppe Sammarco
e con la partecipazione straordinaria di Laura Curino
regia Daniele Gobbin
organizzazione Andrea Lisco – Nidodiragno/CMC
service tecnico Giorgio Spolaor – Blue Trains Audiolite
un progetto a cura dell’Associazione Scorta Falcone in collaborazione con il Teatro Carcano con il patrocinio del Comune di Milano e con il patrocinio e il sostegno di Fondazione Cariplo
a Milano al Teatro Carcano, 19 maggio 2022