Un recital scenico. È La tragédie de Carmen, che permette di sentire e appassionarsi alle più belle arie della Carmen, seppure non con l’ordine con cui le aveva scritte Bizet, che volutamente aveva messo all’inizio l’aria più travolgente, l’Habanera. Qui invece è l’incontro tra Micaëla e Don José a dare il via alla parte musicale. Entra dalla platea del Teatro Carcano, in un elegante completo nero molto attuale, portando la lettera della madre a Don José. La messinscena tradisce un intento anche didattico, perché all’inizio – Wikipedia a teatro – tre attori raccontano la genesi dell’opera, opéra comique per la presenza di dialoghi parlati alternati alla parte cantata. Si accenna anche alle origini, la novella di Mérimée, di cui qui viene ripreso il personaggio del marito di Carmen.
È un’operazione che interseca più elementi, sacrificando però l’atmosfera, non semplice contorno nell’opera. Offre la possibilità a dei giovani diplomandi del Conservatorio di esibirsi davanti a un pubblico con ottimi risultati. Prende il racconto di Mérimée, il film di Peter Brook uscito nel 1983 ma solo in Francia e unisce la musica e le arie operistiche di Bizet. Di queste rispetta la versione francese originale, comunque facilitata nella comprensione grazie ai soprattitoli proiettati sul fondale.
Davanti, sul palco, capace di far apprezzare la musica nei momenti più briosi (“Toreador”) o più drammatici, la bella orchestra, composta da giovani musicisti diplomandi del Conservatorio. Come giovani sono i cantanti. Tutti dalle voci molto belle. Su tutti, in grado di incantare, troviamo la mezzosoprano Dandan Qin che interpreta Carmen, dalla bella voce capace di tutte le sfumature necessarie a esprimere i diversi sentimenti. La vediamo in scena vestita in un modo inqualificabile, con calze a rete ben in mostra e similminigonna di pelle. Ben poco zingara, lascia invece aperte tutte le altre ipotesi possibili. Finché l’abito diventa rosso. Carmen allora incarna tutta la forza delle donne, decise a far rispettare tutte le proprie scelte, in nome di una libertà che non deve conoscere le differenze di genere. Il finale naturalmente resta, perché ieri come oggi c’è chi non sa rispondere in altro modo che usando il coltello.
Sono considerazioni che emergono chiaramente, unite alla bella musica e alle belle arie interpretate da grandi voci. Da tutto questo si spera nasca negli spettatori il desiderio di vedere o rivedere la Carmen come l’ha scritta Bizet, morto prima di vedere il successo della sua opera, diventata una delle più universalmente rappresentate.
(Nella foto di Serena Serrani da La tragédie de Carmen a Milano al Teatro Carcano)
La tragédie de Carmen
adattamento da Carmen di Georges Bizet
di Peter Brook, Jean-Claude Carrière, Marius Constant
regia Serena Sinigaglia
Orchestra del Conservatorio G. Verdi di Milano
direttore Takahiro Maruyama
assistente alla regia Omar Nedjari, scene e costumi Silvia Civran / Paola Grandi
Personaggi e interpreti: Carmen Dandan Qin; Don José Lee Seungho; Micaëla Yi Xiang; Escamillo Koo Joaho; Zuniga e Garcia Leonardo Castellani; Lillas Pastia e Un brigadiere David Remondini; Amica di Carmen e Vecchia Zingara Ludovica Tinghi.
Coproduzione Teatro Carcano, Conservatorio G. Verdi di Milano in collaborazione con NABA – Nuova Accademia di Belle Arti
A Milano, Teatro Carcano, 11, 12 e 17 ottobre ore 19.30; 14 ottobre ore 20.30; 15 ottobre ore 16.30