Niente Omero in questa Circe andata in scena al Teatro Factory32 a Milano. Invece all’origine è il romanzo di Madeline Miller, che aveva appassionato Stefania Santececca e Monica Faggiani. La prima voleva diventare Circe sulla scena, la seconda ne ha studiato un adattamento teatrale. Che ha significato rivedere il testo della scrittrice statunitense, sottolineando all’origine il rapporto tra Circe e Penelope, certo non prevedibile per chi di Circe conosce solo le parole di Omero. Nella pièce si scoprono anche tanti altri personaggi che incrociano il loro percorso con Circe. A cominciare da Prometeo, che aveva rubato il fuoco agli dei per darlo agli uomini e questo gli era costato una punizione: frustato a sangue più e più volte è quanto scopre Circe.
Divinità e umani da Dedalo a Ulisse, naturalmente a Penelope, fino al figlio di Odisseo, Telemaco con cui lei si ricostruisce una vita: sono davvero tanti i personaggi che lei incontra durante la sua vita.
Tanti personaggi, tante storie, tanti fil rouge tra i quali gli spettatori possono anche perdersi. Ma certo a emergere è il femminile con la relativa forza, che attinge alla natura, quando fiori e piante diventano pharmaka, con il loro potere, non sempre salvifico. È la magia che Circe utilizza quando capisce che Glauco, il marinaio di cui si è innamorata e per il quale era disposta a tutto, in realtà non è lei che vuole. Su Scilla, causa l’amore di Glauco, l’incantesimo è tremendo: lei la trasforma in mostro dalle cinque teste e ancor più tentacoli. Delusione per questi umani, più che voglia di vendetta.
Sono tanti i racconti che sentiamo dalla voce di Stefania Santececca, ieratica per l’occasione. Come una Circe, iconica presenza, tutta in bianco, inanella parole e racconti, mentre la musica suonata da Francesco Curatella fa da contrappunto. Ma è una Circe non semplicemente mito. Esiliata, la scopriamo vivere in un’isola, evocata con i suoni del mare e della natura. Ancor più suggerita in scena da un intreccio di rami, che brillano d’argento alle sue spalle. Perché lei per un momento ha pensieri umani, che la portano ad accettare la conclusione che ogni mortale è diverso dagli altri, ma è anche disincantata al punto da commentare che dedichiamo la nostra vita a uomini inutili. Ma è pur sempre una Dea, che conoscerà il male sotto forma di violenza.
Si ispira invece a un fatto storico, sia pure poco noto, il prossimo spettacolo nel teatro di via Watt, animato con passione da Valentina Pescetto. È Una specie di Alaska di Pinter con la regia di Gabriele Calindri (1-3.3).
Circe L’ultima metamorfosi
Liberamente ispirato al romanzo Circe di Madeline Miller
Di Monica Faggiani, anche regista
Con Stefania Santececca
musica dal vivo di Francesco Curatella
foto Marco Ragaini
produzione Faggiani/Santececca
a Milano, Factory32 (via Watt 32) dal 9 all’11 febbraio 2024