Una messinscena non tradizionale per un Pirandello non molto rappresentato è ora al Teatro Franco Parenti. È Come tu mi vuoi con la regia di Luca De Fusco, che sceglie di esaltare alcuni aspetti tipici della filosofia di Pirandello attraverso l’utilizzo di proiezioni e di luci, che creano ombre marcate per una visione non abituale. Fin dal primo momento grazie a rutilanti proiezioni sul velatino. Siamo a Berlino, fine anni ‘20, dopo la prima guerra mondiale, epoca di trasgressioni, con locali cabaret che nulla avevano in comune con quelli che conosciamo oggi.
La protagonista, tra quegli avventori del cabaret, che sembrano inseguirla, balla sfrenatamente. Grazie alle proiezioni si moltiplica sul velatino, proprio come in scena è Elma e Lucia, come dice di crederla Boffi, un italiano che vede in lei la moglie di Bruno Pieri, scomparsa da vari anni, rapita da un gruppo di militari, che a fine guerra avevano fatto razzie. E’ dunque Elma o Lucia, un nome che casualmente coincide con quello dell’attrice, Lucia Lavia, che la interpreta? Meglio: lei è l’Ignota, come la indica Pirandello presentando i personaggi.
In una messinscena che compatta i tre atti in uno solo, il passaggio al secondo atto pirandelliano segna un forte cambiamento. Dalla iniziale volgarità di una Berlino senza freni si passa a un’ambientazione borghese, seppure semplificata rispetto alle didascalie di Pirandello. Anche l’Ignota cambia, passando dalle danze sfrenate a un comportamento totalmente differente. Ora è a Udine, nella villa di Bruno Pieri, dove sarebbe disponibile a sostenere il ruolo della moglie ritrovata, finché non si rende conto che ancora una volta le sue attese vanno deluse. Capisce che, se la moglie di Pieri venisse dichiarata morta, lui perderebbe villa e terreni che passerebbero alla sorella di Lucia.
Con Come tu mi vuoi Pirandello porta in scena la sua filosofia del doppio, che considera ognuno diverso secondo chi lo guarda. L’Ignota è Elma e Lucia: moltiplicata grazie alle proiezioni sul velatino, con la messinscena di Luca De Fusco si passa dal suggerimento pirandelliano a un fatto tangibile. E più che mai Lucia Lavia emerge come punto centrale di tutta la pièce: balla, si conquista tutta la scena con una interpretazione che varia in rispondenza ad ambientazione e fatti. Che si può supporre sia, pur con una fisicità facilmente immaginabile qui più marcata, ciò che aveva voluto Pirandello scrivendo Come tu mi vuoi su misura per Marta Abba e dedicandoglielo.
Andata in scena per la prima volta nel 1930 al Filodrammatici a Milano la pièce sembra ispirata a un fatto di quegli anni, che aveva diviso l’opinione pubblica. Il caso Bruneri-Canella aveva visto un uomo, passato alla storia come lo smemorato di Collegno, rivendicato da due famiglie come il professor Canella e il latitante Bruneri. Questa storia attraverso l’immaginazione e la penna di Pirandello assume nuove connotazioni, oltre all’aspetto misterioso, che lascia tutto nel dubbio. Pirandello mette al centro infatti una donna che non accetta di essere strumentalizzata, pur sapendo che ne avrebbe dei vantaggi: accetta di tornare in una Berlino che non le piace, rinunciando a una nuova vita borghese a Udine, ma dove l’amore ha i connotati di una truffa. Non è la disperazione per aver perso l’amata moglie Lucia ad aver mosso Bruno: accettare per lui di vestire i panni della moglie non ha più senso.
Ne emerge una figura di donna forte, pur in una apparente fragilità, a cui ben sembra aderire Lucia Lavia. È un personaggio che negli anni è stato affrontato dapprima nel 1932 da Greta Garbo nel film As You Desire Me. In Italia, tra l’altro, nella stagione 2002-2003, da Claudia Cardinale, di cui si sono inevitabilmente persi i ricordi.
Guardando lo spettacolo con gli occhi di oggi, dimenticato il caso Bruneri-Canella, oltre alla figura femminile che si vede emergere, si ritrovano alcuni aspetti diventati purtroppo di nuovo attuali, come il rapimento e lo stupro di donne dopo una guerra, che è proprio quello che (forse) porta l’Ignota a Berlino. Una città che nelle parole di Pirandello si contrappone fortemente a una Italia martoriata dalla guerra (con la villa di Pieri «ridotta un mucchio di macerie»). Ed è la Berlino trasgressiva di cui oggi si sono persi i ricordi, rinverditi solo dal musical Cabaret, tornato in scena proprio in questa stagione.
(Nella foto, una scena di Come tu mi vuoi con Lucia Lavia ora al Teatro Franco Parenti)
Come tu mi vuoi
di Luigi Pirandello
adattamento Gianni Garrera, Luca De Fusco
regia Luca De Fusco
con Lucia Lavia, Alessandro Balletta, Francesco Biscione, Paride Cicirello, Pierluigi Corallo, Nicola Costa, Alessandra Costanzo, Isabella Giacobbe, Alessandra Pacifico, Bruno Torrisi
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta; luci Gigi Saccomandi; musiche Ran Bagno; movimenti coreografici Noa e Rina Wertheim-Vertigo Dance Company; proiezioni Alessandro Papa
produzione Teatro Stabile di Catania / Teatro della Toscana – Teatro Nazionale / Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia / Tradizione e Turismo srl – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
durata: 1h 40’
A Milano, Teatro Franco Parenti dal 5 al 10 marzo 2024 | Sala Grande