Così è (se vi pare) visto al Teatro Franco Parenti

L’inizio è sorprendente: niente salotto, diversamente dalle didascalie scritte da Pirandello per Così è (se vi pare). La pièce ora al Teatro Franco Parenti con questa innovativa messinscena assume, ancor più, la dimensione di manifesto del pensiero pirandelliano fatto teatro.

Gli attori più che interpreti diventano come dei personaggi nelle mani dell’autore, con il tramite del regista. Così appaiono come ologrammi tridimensionali, 50 cm di altezza, affiancati l’uno all’altro. Sono le prime scene di quella che Pirandello stesso chiama “parabola” invece che commedia, lasciando intuire quanto la storia diventi occasione per porre agli spettatori dei dubbi su quanto sia possibile arrivare a una verità univoca e su come tutto sia soggettivo, diverso per ognuno.

Alla ricerca della verità sono gli abitanti di una piccola città di provincia, che si arrabattano tra ipotesi, considerazioni, immersi in un mondo di pettegolezzi, sotto lo sguardo cinico e divertito di Lamberto Laudisi, alter ego dell’autore. Le sue saranno
tre risate nei confronti dei concittadini (il verbo al futuro è nel copione), in chiusura di ciascuno dei tre atti, qui riuniti in uno, senza intervalli.

Annunciata dalla lettura della didascalia scritta da Pirandello arriva in scena lei. È la
signora Frola, Milena Vukotic perfetta nel ruolo, molto diversa da quella comunità di cui è diventata centro di pettegolezzi: chi è? È la madre di Lina, moglie del signor Ponza, come sostiene lei? Oppure non c’è alcun rapporto con la moglie del signor Ponza, Giulia, sposata in seconde nozze, dopo la morte di Lina sotto il terremoto?

La pazzia
, un tema spesso ricorrente in Pirandello, è anche in Così è (se vi pare). Perché il signor Ponza e la signora Frola sostengono entrambi la pazzia dell’altro, spiegandone così i comportamenti: il primo è pazzo perché crede che quella sia la seconda moglie Giulia; la seconda perché convinta che quella sia sua figlia Lina. Qual è la verità? Esiste una verità, chiede Pirandello al pubblico attraverso Lamberto Laudisi? Oppure ognuno ha una sua verità che lo motiva?

In scena sono come due gruppi contrapposti. Al centro Lamberto Laudisi. I suoi concittadini alla ricerca di una impalpabile verità appaiono agitarsi nel salotto in abiti d’epoca. Oggetti di quella verità sfuggente, la signora Frolla e 
il signor Perna, tutti rigorosamente in nero sembrano invece ogni volta svanire, come dematerializzati, più che allontanarsi.

Per dare una veste teatrale alla sua filosofia Pirandello sembra divertirsi a introdurre un fatto inconfutabilmente reale: nella 
Marsica, da cui vengono Frolla e Ponza, c’è stato davvero un terremoto (nel 1915, due anni prima della datazione della pièce). Tutto è andato perduto, nessun testimone superstite: lo annuncia il commissario Centuri, che il regista  Geppy Gleijeses fa arrivare in scena in bicicletta. Il testo altrimenti è perfettamente rispettato. Finale compreso – tutto da scoprire per chi non conosce la pièce -, ma non da tutte le precedenti messinscene rispettato.

Alla fine l’unica verità indiscutibile è il gran cast in scena, con
Milena Vukotic, Pino Micol, Gianluca Ferrato, perfetti nei ruoli della signora Frola, Lamberto Laudisi, il signor Ponza, che con la regia di Geppy Glejieses conquistano il pubblico.

Così è (se vi pare)

di Luigi Pirandello
regia Geppy Gleijeses
con Milena Vukotic,
Pino Micol, Gianluca Ferrato
e con Maria Rosaria Carli, Luchino Giordana
e Stefania Barca, Armando De Ceccon, Antonio Sarasso, Giorgia Conteduca, Dacia D’Acunto, Walter Cerrotta, Giulia Paoletti
scene Roberto Crea, costumi Chiara Donato, musiche Teho Teardo, light designer Francesco Grieco, videoartist Michelangelo Bastiani, aiuto regia Giovanna Bozzolo
produzione Gitiesse Artisti Riuniti

a Milano, Teatro Franco Parenti (sala Grande), dal 10 al 16 gennaio 2025