Questa immagine l’avete sicuramente vista girando per le strade: Milano ne è tappezzata. La foto di Cindy Sherman apre la mostra appunto intitolata Da Cindy Sherman a Francesco Vezzoli, ora a Palazzo Reale nel centro di Milano. La mostra offre un viaggio all’interno dell’arte contemporanea, permettendo di scoprirne la multiformità. Al primo sguardo appare evidente l’utilizzo di tecniche diverse, che si esprimono in forme ugualmente diverse. Ma un elemento comune è il desiderio degli artisti di raccontare e raccontarsi. A volte anche manifestando quanto altre forme espressive hanno influito sulla loro sensibilità. L’ ispirazione che viene da opere classiche, ma anche dal mondo del teatro, con personaggi come Ofelia, Ubu Roi, si è tradotta in opere contemporanee.
Quello che il visitatore può vedere a Palazzo Reale fino al 4 maggio è una selezione dall’ampia collezione di Giuseppe Iannaccone. Riguarda in particolare il periodo dal 1979 ai giorni nostri grazie a una selezione operata dal curatore Daniele Fenaroli con la consulenza scientifica di Vincenzo de Bellis. Sono oltre 140 opere di 80 artisti contemporanei noti a livello internazionale, che, attraverso il loro punto di vista, permettono di esplorare i temi della contemporaneità.
Si coglie anche l’importante ruolo che hanno sempre avuto le collezioni nella realizzazione dei musei e dunque nel far conoscere l’espressione artistica e condividerla senza limitazioni di tempo. Basta pensare al Guggenheim e, in tempi più lontani, gli Uffizi, nati grazie al mecenatismo e il collezionismo della famiglia Medici. In un periodo in cui il concetto stesso di Europa pare messo in crisi la mostra può rappresentare la voglia di credere in un futuro in cui i valori continueranno ad accomunarci. È la bellezza che salverà il mondo, intesa come attenzione a quanto è centrale nella nostra vita.
La mostra offre un’ampia visione su quanto è arte nei nostri giorni. E su come gli anni che stiamo vivendo vengono visti e trasfigurati in opere destinate a durare nel tempo e dunque parlare anche alle generazioni future. Coglie e permette di cogliere aspetti differenti, resi centrali dall’espressione artistica: si va dal ritratto influenzato dalla visione dell’artista fino al desiderio di sottolineare l’importanza di non sentirsi un’isola.
Al centro di altre opere sono soggetti emarginati per vari motivi dalla società e invece raccontati nelle loro identità degne di rispetto. Come degne di attenzione sono le tradizioni diverse dalla nostra e che diventano protagoniste di altre opere. Non vengono dimenticate nemmeno problematiche come diseguaglianze, dinamiche di potere e di oppressione di pochi nei confronti dei tanti: sono opere che inducono alla riflessione e a scegliere delle posizioni in risposta a quanto si vede. Altri artisti raccontano l’incontro tra sogno e realtà, come altrimenti è centrale il rapporto tra uomo e animale e natura. Molto ancora resta da scoprire girando tra le sale che ospitano la mostra Da Cindy Sherman a Francesco Vezzoli.
Insieme, la mostra permette successive differenti scoperte. Perché ognuno davanti ai vari lavori degli artisti può scoprire qualcosa di più di sé: inevitabilmente qualche opera è in grado di emozionare maggiormente. Ma è anche l’occasione per capire l’emozione vissuta dall’artista, che l’ha voluta trasformare in materia pittorica o fisica attraverso la scultura. E naturalmente è anche il modo per avvicinarsi alla sensibilità di chi ama l’arte e ne coglie le possibilità che ha di parlare direttamente a chi guarda: è la sensibilità del collezionista come di chi ha selezionato le opere, decisi a condividere le emozioni con chi osserva.
(Qui l’opera di Cindy Sherman, Untitled #555, 2010/2012, stampa cromogenica a colori, 86×59 cm, Edizione 9/10+2 AP © Cindy Sherman, Courtesy dell’Artista e Hauser & Wirth)
Da Cindy Sherman a Francesco Vezzoli. 80 artisti contemporanei
Otre 140 opere di 80 artisti internazionali, a cura di Daniele Fenaroli con la consulenza scientifica di Vincenzo de Bellis.
La mostra è promossa da Comune di Milano, Palazzo Reale e Fondazione Giuseppe Iannaccone, con la produzione esecutiva di Arthemisia
a Milano, Palazzo Reale, dal 7 marzo al 4 maggio 2025.