Davide Enia in Autoritratto © Fondazione Festival dei Due Mondi foto Andrea Veroni

Davide Enia porta Autoritratto al Grassi, qualche anticipazione

Davide Enia presentando Autoritratto parla di gradi di separazione: pochissimi. Riguardano una dinamica di relazione che hanno i palermitani con i morti ammazzati dalla mafia. Aggiunge «Se io abitavo di fronte alla casa di Paolo Borsellino, altri vivevano nella strada del giudice Falcone. Io ricordo di aver visto a 8 anni, tornando da scuola, il primo morto ammazzato». Così Autoritratto, al Piccolo Teatro Grassi dal 25 marzo diventa il racconto del «noi»: sono i ricordi suoi e quelli di una generazione, che in quell’epoca aveva tra gli otto e i diciott’anni, un percorso intimo che si incastra nella storia del nostro Paese. «A Palermo, tutti possediamo una costellazione del lutto, in cui le stelle sono persone ammazzate da Cosa Nostra».

Davide Enia racconta la sua esperienza, che è anche quella di tanti altri. Ha parlato con le persone, le ha ascoltate per capire quanto dei suoi ricordi sia condiviso. Lui, che pure ha grande memoria, non riesce invece ad avere ricordi del 23 maggio 1992, il giorno in cui Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta furono uccisi. «In una città – commenta – in cui tutti si ricordano dov’erano in quel momento, cosa stavano facendo e con chi, io sono stato sicuramente attraversato da un carico emotivo di tale portata che mi ha trapassato e svuotato». Così nella ricostruzione lo ha aiutato suo fratello Giuseppe.

«Ho avuto inoltre – aggiunge – il privilegio di incontrare tre funzionari, ora in pensione, della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia. Perciò anche questo, come tutti i miei lavori, è un’operazione plurale, sempre filtrata dalla soggettività di chi scrive, che prende la responsabilità di firmare o a volte “si appropria” delle parole di altri. È un lavoro che non può prescindere dalla pluralità delle voci».

Parlando dei continui incontri con Cosa Nostra, con i cadaveri incontrati per strada, le persone conosciute uccise dalla mafia, le bombe in città, Davide Enea esplora quella che definisce la nevrosi dei suoi concittadini nei confronti della criminalità organizzata: «Per diverse ragioni, da noi la mafia è stata minimizzata, sottostimata, banalizzata, rimossa o, al contrario, mitizzata. Ovvero: non è mai stata affrontata per quello che è

La mafia, dice, è il prodotto di una costruzione linguistica millenaria. La pratica del silenzio, aggiunge, è il grande nemico da sconfiggere. E’ proprio la parola che apre uno spiraglio da cui entra la luce. Però attenzione: le parole, come le immagini, possono mentire. Da queste considerazioni nasce Autoritratto come momento teatrale da condividere con il pubblico.

Lo spettacolo nasce proprio in teatro, prendendo forma durante le prove in palcoscenico: ora è disponibile il testo in libreria. In scena le parole e la musica si intrecciano. Quest’ultima è opera di Giulio Barocchieri, con cui Davide Enia ha un rapporto di lavoro ultraventennale, che consente una perfetta intesa, in modo che la musica corrisponda perfettamente alle intenzioni dell’autore e a quanto viene detto in scena. «Pensando ad Autoritratto – commenta -, avevo chiaro che gli interventi musicali di Giulio Barocchieri avrebbero avuto il suono dei primi anni Novanta, un suono elettronico, sporco, perché sporca è quella realtà, difficile da decifrare, priva di nitidezza, torbida, cattiva».

A corollario dello spettacolo sono diversi incontri “Oltre la scena”. Tra questi, il 28 marzo “Il regno dei discorsi incompiuti”, dialogo tra Davide Enia, Nando Dalla Chiesa, Camilla Giraudi, moderato da Roberta Carpani. Mercoledì 16 aprile ore 18, ugualmente al Chiostro Nina Vinchi, “Qual è il tuo potere? – Mafia e potere tra cinema e rappresentazione” su come il cinema ha dipinto i volti del potere mafioso.

(Nella foto di Andrea Veroni © Fondazione Festival dei Due Mondi, Davide Enia in Autoritratto)

Autoritratto

di e con Davide Enia, musiche Giulio Barocchieri

luci Paolo Casati, suono Francesco Vitaliti

coproduzione CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Accademia Perduta Romagna Teatri, Spoleto Festival dei Due Mondi con il patrocinio di Fondazione Falcone

Per le immagini © Fondazione Festival dei Due Mondi, foto Andrea Veroni

Durata: 90 minuti senza intervallo

A Milano, Piccolo Teatro Grassi (via Rovello 2 – M1 Cordusio), dal 25 marzo al 17 aprile 2025 (martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30 salvo 9 aprile, riservata scuole; domenica, ore 16)