Prima impressione: i danzatori volano. Sono i protagonisti della Divina Commedia Reloaded secondo la visione di Emiliano Pellisari, con la sua compagnia che ha preso il nome dal primo spettacolo che già molti anni fa aveva stupito il pubblico, No Gravity. Un nome decisamente significativo anche per questo spettacolo, in scena al Teatro Menotti a Milano. Perché l’impressione è davvero che i danzatori volino, si librino nell’aria a testa in giù, superando la forza di gravità. La magia non diminuisce svelando che è un effetto ottenuto grazie a uno specchio che permette una visione verticale di quanto avviene alla base del palcoscenico. Chi ha visto la mostra di Leandro Erlich e si è divertito con quanto allestito al centro di Palazzo Reale lo ha ben chiaro. Così a volte l’osservazione va sui due livelli, con una visione orizzontale diversa da quella verticale.
Questo è teatro fisico, con i corpi che diventano l’elemento espressivo centrale. Suddiviso in quadri – ognuno in grado di incantare – ha come fil rouge la Divina Commedia, raccontata con una visione fantastica e simbolica. All’inizio, mentre si sentono i versi del terzo canto dell’Inferno dantesco, le luci rosse non lasciano dubbi: questi sono i corpi dei peccatori all’inferno. Si agitano, si muovono su una sbarra inclinata in uno stato di perenne dannazione, ritmato anche da una musica martellante. Nei quadri successivi le luci cambiano e affiorano i colori sui corpi stessi dei danzatori.
Sono immagini che evocano piuttosto che raccontare. Così quando dall’Inferno Dante arriva in Purgatorio prendono vita alcuni simboli, come la sfera che alla fine si innalza a simboleggiare la perfezione divina secondo la tradizione dell’epoca di Dante. Altro simbolo sono le fasce di tessuti bianchi, ma anche colorati, a evocare le fiamme che avvolgono anche questi peccatori non ancora purificati. Sono simboli che arrivano in scena con effetti spettacolari esaltati dai movimenti dei danzatori. I quadri si susseguono, coinvolgendo in questo sogno sulle orme di Dante anche il pubblico, che guarda incantato. E alla fine dei grandi ventagli e altri elementi danno vita a delle figure che ricordano immagini classiche del mondo dell’arte. Tutto concorre a raccontare la salita verso il Paradiso.
Questa Divina Commedia nasce da un sogno per diventare emozione spettacolare. Porta simboli, evocazioni, richiami impalpabili alle parole di Dante davanti agli occhi degli spettatori e li incanta. Ne colgono il fascino e si abbandonano al sogno, pronti a condividerlo. Anche la doppia visione assume rilievo. Il pubblico è in uno spazio terreno, come i performer sulla base del palcoscenico, mentre più in alto, in un mondo tutto da immaginare, si vedono i danzatori, dapprima schiacciati all’Inferno e poi pronti a salire in Paradiso.
Il pubblico dimostra di essere disponibile a lasciarsi affascinare. Oggi, come quando nel 2011 avevano debuttato Inferno e Cantica II. E, ancora prima, nel 2004, quando aveva debuttato No gravity, primo spettacolo con cui Emiliano Pellisari aveva emozionato e conquistato il pubblico. Perché le proposte non convenzionali possono convivere nello stesso spazio teatrale con spettacoli di impostazione più classica.
(Nella foto un momento dello spettacolo Divina Commedia Reloaded di Emiliano Pellisari con le fasce di tessuto, qui rosse nel quadro che evoca il Purgatorio)
Divina Commedia Reloaded
dall’Inferno al Paradiso
NoGravity Theatre
Produzione Compagnia Danza Emiliano Pellisari Studio. Ideazione, Allestimento, Scenografia, Progetto luci, Coreografia Emiliano Pellisari. Co-coreografa, Danzatrice Principale, Music designer Mariana/P
A Milano, Teatro Menotti, dal 28 novembre al 3 dicembre 2023