Doppio PPP in serata unica. Il Campania Teatro Festival continua negli omaggi alla poliedricità artistica di Pasolini e abbina (su palchi diversi) la coppia di grande richiamo Elio Germano-Theo Teardo e il gruppo indipendente della Piccola Compagnia della Magnolia. I primi nella teatralizzazione sonora di Il sogno di una cosa, considerato il romanzo pasoliniano dell’esordio nel 49-50, anche se poi pubblicato dopo Ragazzi di vita. L’attore sta accanto al musicista – ambedue immobili nella consueta postazione frontale con cui restano in scena in ogni loro spettacolo – e legge le vicende di tre ventenni friulani nei mesi del dopoguerra. Fame nera e povertà per tutto il paese. Li unisce una comune passione per fisarmonica, balera e vino, oltre che un forte ideale comunista. Emigrano clandestini in Jugoslavia come in una terra promessa, ma tornano scornati e umiliati, si impegnano nelle lotte d’occupazione delle ville padronali, bramano il miglioramento della condizione lavorativa e sociale, ma è la morte di uno di loro per una malattia da lavoro a porre fine a quell’amicizia e alla più impetuosa e sensuale età della vita.
L’assemblaggio dei lacerti delle pagine pasoliniane scelti per dare una continuità drammaturgica alla narrazione resta senza dubbio l’aspetto più apprezzabile dell’intera esibizione. Perché anche le intelligenti musiche e le sonorità materiche con cui Teardo interviene agendo dal vivo dalla sua consolle (i veri gorghi registrati delle acque del Tagliamento, i canti degli uccelli…) non bastano a trasfigurare l’evento scenico in qualcosa di più di una visualizzazione di un audiolibro (per quanto d’alta classe recitativa), né basta martellare a vista una scenografica serie di campanelle di terracotta.
Il sogno di una cosa
di e con Elio Germano e Teho Teardo (omaggio a Pasolini) in replica a Milano, Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti, 5 luglio 2022 h 21:15
Favola, una sorpresa
La vera sorpresa arriva invece dalle scatole cinesi di cui è composta Favola della Piccola Compagnia della Magnolia che si ispira al Calderòn di Pasolini, a sua volta ispirato da La vita è sogno. Che Fabrizio Sinisi, cui è stato commissionato il testo, fosse un estimatore dell’autore friulano era evidente da tempo (basti rileggere il primo episodio del suo Guerra Santa per coglierne omaggi e modelli). Ma piacevolmente inaspettata risulta la consapevolezza della regista Giorgia Cerruti nel gestire gli incastri tra prosa, proiezioni video originali, sequenze di citazione da Che cosa sono le nuvole? e (forse non lo si dovrebbe anticipare) probabili (?) elementi biografici degli interpreti. Due soli in scena, una Lei G e un Lui D, che ragionano e dibattono sui sogni della donna. Che di volta in volta si sogna come Pocahontas, che però diventa la sirenetta Ariel o un personaggio parigino nel 1793, o nella Contea del Boone nel 1856, tutte donne soggette ad atti di violenza. Anche i personaggi dei vari sogni interagiscono e si raccontano tra loro e lo spettatore si trova come dentro al labirinto degli specchi in un luna park in cerca di una via d’uscita o comprensione. Se poi si aggiunge la (s)comparsa di una bambina misteriosa si può capire quanto sembri difficile districarsi in questo nodo gordiano. In realtà il nodo non va sciolto, se non si vuole perdere il piacere delle connessioni tra reale e metafora, tra vita quotidiana e vita sul palcoscenico e per il palcoscenico. Gli attori? Un piacere ascoltarli dal vivo e vederli riprodotti sullo schermo.
(nella foto una scena da Favola)
Favola della Piccola Compagnia della Magnolia, ispirato al Calderòn di Pasolini sarà in replica
a Operaestate Festival a Bassano del Grappa il 26 agosto
a TeatroBasilica di Roma dal 20 al 23 ottobre
e a seguire nella stagione 2022-2023
al Teatro Franco Parenti di Milano
alla Fondazione TPE di Torino
nello spazio de Gli Scarti/La Spezia
al Teatro della Città/Catania