Il regno o la propria vita? Gli altri o se stessi? A chi dare ascolto? L’interrogativo ha un ruolo centrale in Edoardo II di Marlowe ora al Teatro Out Off a Milano. Racconta di Edoardo che, diventato re d’Inghilterra, richiama dall’esilio l’amico e amante Gaveston, inviso ai nobili inglesi. E con il passare del tempo lo sarà sempre più.
Questa è Storia, ma è anche il dramma scritto da Marlowe. Come portarlo in scena oggi senza tradirlo, ma anche dandogli un sapore attuale? La scelta è stata di realizzare una versione ridotta in un atto dai cinque originali, ma riportando i versi non in rima dell’autore. Insieme, far convivere sulla scena ieri e oggi, il dramma scritto e l’attualità. Gli spettatori vedono in scena l’azione e seguono i dialoghi tra gli attori vestiti in abiti neri, attuali, impegnati in una recitazione che corrisponde alla drammaticità classica. In contemporanea, su uno schermo alle spalle, gli attori compiono le stesse azioni. Sono in costumi dell’epoca, ma senza parole. Si muovono tra architetture classiche, pareti in muratura, mentre davanti la scena è spoglia. Solo una pedana rialzata al centro è come un’isola. L’Inghilterra, appunto.
Passato e presente convivono. Perché questa è una storia ancora attuale. La responsabilità verso gli altri passa in secondo ordine quando cozza contro le proprie aspirazioni e i propri desideri? Il rapporto ad alta carica erotica tra Edoardo II e Gaveston, che va in scena, concentra l’attenzione sull’omosessualità. Anche sul camuffarla, perché in scena c’è anche Isabella, la moglie di Edoardo. Il matrimonio è frutto di ragioni politiche, perché Isabella è la figlia di Filippo il Bello re di Francia, ma lei parla anche di amore nei confronti di Edoardo. Come lei anche i nobili inglesi sono decisi a eliminare Gaveston, mal sopportando che uno con umili natali riceva titoli nobiliari e relative ricchezze. Ancor più deciso è Mortimer, il grande accusatore di Edoardo, anche sospettato di essere l’amante di Isabella. In scena è però interpretato da una attrice. Così una coppia tradizionale dà vita a due, non classiche, ma in tema con l’adattamento da Marlowe.
Mortimer è uno dei personaggi in questa messinscena. Ridotto il numero degli atti, ridotto il testo, l’altra riduzione riguarda, appunto, il numero dei personaggi. Dei tanti che animano la tragedia di Marlowe qui ne vediamo solo quattro. Sono Edoardo, Gaveston, Isabella, Mortimer. Alla fine, una nuova sorpresa, quando il gioco del potere con i suoi intrighi e le sue catene si traduce in una scena inattesa e tutta da scoprire. E anche passato e presente nella messinscena non sono più così in sincronia. Edoardo non ha dubbi: dice «O morirò o vivrò con Gaveston». I dubbi invece sono tema dei nostri giorni.
Il risultato è uno spettacolo che cattura e convince. Lo fa utilizzando la tecnologia che convive perfettamente con lo spettacolo dal vivo. La messinscena è così in grado di rendere attuale una tragedia del passato che parla di una storia lontana. Solo lontana?
Edoardo II
o Il mondo intero per nemico
di Christopher Marlowe
concept Ciro Ciancio e Andrea Piazza
regia Andrea Piazza
traduzione e adattamento Ciro Ciancio
interpreti Giulia Amato, Fabrizio Calfapietra, Maria Canal, Emanuele Righi
regia video Daniele Zen; riprese e montaggio Camilla Zali
scene e costumi Michele Corizzato, Cristina Molteni; luci Luigi Chiaromonte; foto Stefano Sgarella
produzione Teatro Out Off, in collaborazione con Ensemble Teatro
a Milano al Teatro Out Off, dal 10 al 29 maggio 2022 (prima nazionale)