Ritmo, colore, allegria: con Fashion Freak Show, la creazione di Jean Paul Gaultier, si balla sulla poltrona del Teatro Arcimboldi travolti dalla musica. E si ride fin dal primo momento, perché il bambino Jean Paul Gaultier nasce tra infermiere – molto fashion, poco ospedale – con unghie laccate rosse per proseguire con gli orsetti con reggiseno a coni stile Madonna che invadono la scena. Emergono i ricordi di quando era piccolo: a scuola con Rossy de Palma maestra severa e i bambini che amano i disegni del piccolo Jean Paul Gaultier e poi davanti a tanta televisione in bianconero. Qui a estasiarlo è lo stilista personaggio del film Falbalas. Per lui è il sogno di un futuro nella moda.
Intanto la musica è sempre più travolgente, con “Le freak c’est chic” che torna più volte durante lo spettacolo, mentre l’allegria si esprime in una scena di un rosso fiammante dove diventa protagonista il corsetto.
Poi, caschetto nero e occhiali scuri arriva lei, Anna Wintour. La direttrice di Vogue America critica ferocemente Jean Paul Gaultier e, con uno sfalsamento di tempo e di luogo, bacchetta anche il pubblico perché applaude. Il momento diventa davvero esilarante quando si scaglia contro la sfilata, per culminare in una telefonata che le scritte ai lati aiutano a coglierne la portata comica. E il pubblico ride di gusto. Tra colori e risate a catturare l’attenzione sono i momenti acrobatici e le coreografie sexy e di danza moderna e quando va in scena la prima sfilata è vietato pensare a un défilé tradizionale.
Anche l’intervallo è a tema, con musica e riprese dalla discoteca Palace: niente di convenzionale e molto trash. Che precede il momento doloroso, fatto di Aids e ospedale per Francis, il grande amore di Jean Paul. Una morte raccontata tra una canzone struggente e una coreografia che vede Jean Paul Gaultier indossare quella maglietta biposto, realizzata nei momenti d’amore, con un lato ormai vuoto. Una immagine che sintetizza magnificamente amore e dolore. Et maintenant? Tous contre le sida: una lotta all’Aids che si traduce nell’invito a proteggersi.
La seconda parte di Fashion Freak Show si declina in più trasgressione fatta di più lati B, meno allegria e più kitsch. Finché arriva lui, che parla di bellezza: non una codificata, ma tante, perché un colore della pelle non è più bello di un altro. “Le freak c’est chic”, che non è solo un brano musicale allegro e travolgente e svela un modo di vedere la vita che il titolo dello spettacolo dichiara a piene lettere. Così alla fine si coglie un invito importante. Parla di tolleranza e apertura, di libertà di pensiero, che si lega a quella iniziale spinta a credere in se stessi e nelle proprie possibilità. E non reprimere la fantasia, che può ricreare un mondo con orsetti muniti di reggiseni a forma di cono.
(Nella foto di Mark Senior una coloratissima scena di Fashion Freak Show la creazione di Jean Paul Gaultier in scena a Milano al TAM Teatro Arcimboldi fino al 24 marzo 2024)