Il messaggio è forte e attuale: No alla guerra. Racconta i contrapposti sentimenti di oggi l’installazione che gli spettatori del Teatro Tam Arcimboldi trovano ora, e fino al 5 giugno 2024, al centro del foyer. Full Metal Karma da un lato esalta la comune voglia di pace, dall’altro ricorda il ruolo rilevante che ha l’industria delle armi. E il nostro Paese non è certo estraneo a questo, basta pensare a una azienda storica dal nome molto famoso. I due sentimenti contrapposti trovano una congiunzione con la scultura Full Metal Karma di Max Papeschi con il corpo di Buddha e la testa di Napoleone. Il pacifismo è contrastato dalla economia dell’industria delle armi. Secondo recenti dati risulta che un terzo dell’economia mondiale è nelle spese militari.
Il marmo della scultura induce poi a riflettere su quanto l’arte sia importante nel nostro Paese, tra i motori del turismo: grande industria oggi, capace di ispirare anche oltre confine. E dunque da proteggere e valorizzare.
Sono tutte riflessioni contrapposte che possono animare lo spettatore del Teatro Arcimboldi prima di vedere uno spettacolo che lo riconcilierà con il mondo esterno, inducendolo a sperare in un futuro migliore. E se questa installazione, si chiede l’autore, fosse l’unica opera destinata a sopravvivere alla distruzione della Terra, causa effetti delle guerre e mancata salvaguardia del pianeta? L’alieno, che in un futuro ritrovasse la statua, potrebbe pensare a un mondo ben strano, incapace di godere il bello e desideroso invece di autodistruzione. Anche vista sotto questo aspetto l’installazione deve indurre a qualche riflessione, oltre lo sguardo, in attesa di vivere il piacere di uno spettacolo dal vivo. Non solo, dunque, attenzione all’elemento artistico, ma anche più riflessioni che da questo nascono.
Anche una osservazione più approfondita della installazione riserva ulteriori sorprese. Innanzitutto il riferimento al film di Kubrick “Full Metal Jacket” che, con riferimento alla pallottola nel titolo, parla di guerra e di violenza. Qui la pallottola della guerra si affianca nel titolo al karma buddhista. Alle spalle della statua un grande cerchio, simbolo del karma, osservato con più attenzione, ingloba fucili, spade e la N di Napoleone. Ma anche le aquile, simbolo (anche auspicio) del trionfo del bene sul male.
L’installazione Full Metal Karma di Max Papeschi è anche il risultato di un ampio progetto che dimostra il ruolo che può avere la collaborazione tra soggetti professionali differenti.
In questo caso il progetto è curato da Stefania Morici, organizzato da Show Bees e Arteventi, con il patrocinio del Comune di Milano. E nasce con la collaborazione di un network di importanti partner.
«La realizzazione della statua di marmo – si legge nella presentazione – è stata possibile grazie alla partnership con Terzago Robotics e Exolife, startup innovative che sviluppano e commercializzano tecnologie robotiche. Lo speciale allestimento è stato realizzato da Printable Media, azienda leader nel settore degli allestimenti e delle stampe digitali, mentre il light design, fondamentale per la giusta lettura dell’installazione, da Relco Group. Il sound design, firmato da Fabrizio Campanelli, evoca echi di rivoluzione, moti di gloria, in uno spazio sospeso e mistico in cui La Marsigliese, espansa e rallentata verso l’infinito, diventa matrice di se stessa.
Il progetto allestitivo è stato curato e coordinato dall’architetto Giovanni Musica – studio MGAlab. Il progetto, nato in collaborazione con MiHUB e Bee Best, ha come Media Partner DDN e Snob Magazine. Advertising Partner: Blumedia Group. Service Audio Video: Snapshot Eventi. Logistic Partner: Italmondo. Collaborazione speciale: Marmi Rolla & Marchini».