Un calciatore è protagonista di Giochi di carta, andato in scena al teatro Factory32 a Milano. Ma questo è un racconto che va ben oltre le dimensioni di un campo di calcio. È un pezzo di storia che ci riguarda tutti e sembra particolarmente attuale.
Al centro di Giochi di carta è Matthias Sindelar, un campione, calciatore allora molto famoso, considerato allo stesso livello di Giuseppe Meazza, ma di cui ora si è perso il ricordo. Alla fine dello spettacolo se ne può intuire il motivo. Perché Matthias Sindelar aveva opposto un ripetuto rifiuto al nazismo. Non aveva voluto perdere la partita che l’Austria, appena invasa dalla Germania, aveva dovuto disputare contro questa il 3 aprile 1938. L’amichevole Austria-Germania doveva celebrare la forzata confluenza del Wunderteam nella nazionale tedesca. L’Austria vinse per 2-0. Uno dei goal era stato segnato proprio da Matthias Sindelar. Che, in più, si era rifiutato di fare il saluto nazista a fine partita.
La scenografia aiuta a costruire e datare la storia, grazie alle poltrone anni ‘40 e la radio. Ma soprattutto la Storia – quella con la S maiuscola – irrompe attraverso il telefono, quando la compagna Camilla gli racconta quanto sta succedendo, mentre il sottofondo è decisamente inquietante.
L’utilizzo della luce, grazie a un potente faro, che è parte integrante della scenografia, isola dei momenti all’interno del racconto. Insieme gli conferisce un valore di indagine su come si costruisce il consenso. O almeno si cerca di farlo, puntando su un elemento popolare come il calcio e il suo atleta più amato. Quando questo non funziona – Matthias Sindelar si rifiutò sempre di aderire al nazismo e di giocare nella Nazionale del Reich – ci sono alcune possibili soluzioni. Meno di un anno dopo arriva l’annuncio della morte di Matthias Sindelar e di Camilla. Anche allora le ipotesi furono molte, dall’incidente al suicidio, all’omicidio. Ma certo la soluzione più sicura è cercare di cancellare il ricordo. Ed è proprio questo a cui si oppone Giochi di carta.
Il titolo vuole essere anche un sottile riferimento a Matthias Sindelar, che era stato soprannominato cartavelina per il suo fisico esile. A interpretarlo in scena è Ettore Distasio, eccezionale come sempre. È parte di un cast decisamente ad alto livello, con Francesco Leschiera, oltreché regista, anche nel ruolo del gerarca nazista e, schiacciato tra le opposte volontà dei due, Mauro Negri. Le loro parole sono state scritte da Luca Pasquinelli. Oggi più che mai sembrano parlare di una situazione che stiamo vivendo. Cambiato solo il Paese invaso, ritroviamo tutto il resto, compresa la determinazione a manipolare l’opinione pubblica.
Con Giochi di carta continua l’attenzione di Teatro del Simposio a sportivi contrapposti al nazismo. E continua la determinazione a non farli dimenticare, che trova una bella corrispondenza nelle attente scelte teatrali di Valentina Pescetto alla direzione artistica di Factory32. Qui, agli inizi di dicembre 2019, infatti era andato in scena 90 minuti, ugualmente con Ettore Distasio e Mauro Negri e la regia di Francesco Leschiera. Il testo di Antonello Antinolfi rende protagonista un campione, di cui si erano persi i ricordi. E’ Arpad Weisz, calciatore ungherese, allenatore di calcio in Italia, ebreo e proprio per questo deportato ad Auschwitz dove trovò la morte, come ugualmente deportati e uccisi erano stati la moglie e i due figli. Anche questa è una storia da scoprire, esaltata dalla regia e dall’interpretazione dei due attori, giocata anche sul cambio del timbro della voce. Il risultato è uno spettacolo che riesce a far rivivere i diversi momenti della storia di Arpad Weisz, inquadrata nel panorama storico dell’epoca, raccontato anche attraverso l’uso del sonoro.
Nella foto, i tre protagonisti di Giochi di carta. Da sinistra, Ettore Distasio, Mauro Negri, Francesco Leschiera
Giochi di carta
di Luca Pasquinelli
con Ettore Distasio, Mauro Negri e Francesco Leschiera
regia Francesco Leschiera
scene e costumi Paola Ghiano e Francesco Leschiera
elaborazioni e scelte musicali Antonello Antinolfi
assistente alla regia Serena Piazza; grafica Valter Minelli
produzione Teatro del Simposio
a Milano al Teatro Factory32 (via Watt 32), 18 e 19 giugno 2022 (Durata: 60 minuti)