L’appuntamento con i Legnanesi si ripropone ed è (come sempre) divertimento. Con Ricordati il bonsai – autrice del testo Mitia Del Brocco – il pubblico al Teatro Repower a Milano Assago non lesina risate né applausi.
Tra l’attenzione all’attualità e il piacere di recuperare i fasti della rivista all’italiana, tra il cortile e un viaggio in Giappone lo spettacolo riserva molte occasioni di risate. Quando la famiglia Colombo incontra Tinder e i treni veloci giapponesi, i cellulari e lo yen sono sicure risate per il pubblico.
Tra l’attenzione all’attualità e il piacere di recuperare i fasti della rivista all’italiana, tra il cortile e un viaggio in Giappone lo spettacolo riserva molte occasioni di risate. Quando la famiglia Colombo incontra Tinder e i treni veloci giapponesi, i cellulari e lo yen sono sicure risate per il pubblico.
Lo spettacolo gioca la carta del sexy e si avventura per la prima volta tra battute osé e doppisensi. Veste le calze rosse della Teresa, gli abiti tutti lustrini e paillettes della Mabilia e tutti, per la prima volta, abbandonati questi, vestono dei fantastici kimono, autentici kimono di seta, diversi uno dall’altro in colori rosso e blu.
La storia è presto raccontata, con la Carmela che su Tinder conosce un giapponese che si innamora di lei e invita tutti in Giappone per assisterlo negli ultimi giorni di vita e così prendersi l’eredità. Così, dopo un inizio con i boys tutti lustrini e bomber restiamo nel cortile, che con i Legnanesi non può certo mancare. Qui arriva un giapponesino (Maicol Trotta) emissario del milionario in yen, che agita ventagli e se stesso con movimenti difficili da raccontare, ma facili da suscitare risate.
Secondo un perfetto stile rivista ci sono i numeri coreografici con ottima protagonista la Mabilia, lustrini e paillettes, con contorno luminoso: è lo sfarzo che piace e dà il tocco da sogno. Finché nella seconda parte è l’arrivo nella stazione di Kyoto, con la Mabilia che, lasciate le paillettes, è in perfetto abitino Hello Kitty. Per poi comparire in kimono. Così i costumi di tutto il cast più che mai conquistano gli spettatori.
Il bonsai? C’è, bello, occasione di giochi di parole e simbologia giapponese legata agli antenati e in particolare alla madre, che diventa occasione per insolita immagine che la evoca. Segna anche l’inizio di considerazioni che parlano di sentimenti. Con quel tanto di giapponese con l’apprezzamento per quel popolo che onora gli anziani. Unito a una visione nostrana sull’importanza di conservare il dialetto, piuttosto che termini inglesi che infarciscono le frasi; con considerazioni sul rapporto tra genitori e figli e l’importanza del rispetto (parola del 2024 per l’Enciclopedia Treccani). Risultato dell’attenzione all’attualità è un momento sempre presente negli spettacoli dei Legnanesi, inserito comunque in modo piacevole, in alternanza ai momenti più spettacolari e divertenti.
In Ricordati il bonsai c’è una chiara virata verso un quasi erotico colorito, che solletica chi è in platea. Divertono le battute e i momenti chiaramente improvvisati, anche con il coinvolgimento del pubblico. Piacciono i boys nel gran finale sfavillante, raggiunti dal cast e dai tre attori che, lasciati i variopinti costumi, appaiono in rilucenti smoking, lungamente applauditi. Abbandonato il lungo trucco che li ha resi perfetti rispettivamente nei ruoli della Teresa, la Mabilia, il Giovanni (l’articolo alla lombarda è di rigore) appaiono loro, Antonio Provasio, Enrico Dalceri, Italo Giglioli, che conquistano il pubblico con questo mix di rivista, vicenda, considerazioni per bene, battute meno bonaccione e il tormentone d’importazione estiva, “Sesso e Samba”.
Con coinvolgimento di telefoni e bonsai, passando dal cortile al Giappone, riescono a non deludere gli spettatori più affezionati, come i neofiti (definizione non casuale).