Lui è Cadabra. Era il domatore di leoni. Per legge non lo è più. Da quando una legge ha messo al bando gli animali nei circhi lui si ritrova senza un lavoro, un mestiere che è stata tutta la sua vita. E ora deve pure rispondere a una intervista, a una giovane giornalista decisa a capire «che cosa si prova quando». Domanda tipica: «che cosa ha provato quando». E allora Cadabra le racconta del leone Solferino che lo chiama. Di Pastrengo, il leone che beveva whisky ed è morto di cirrosi epatica. Anche se l’whisky non glielo dava più. Bugie? Sì, ma talmente grosse da non essere nemmeno bugie.
E poi il domatore di leoni, che non doma più leoni per legge, rovescia le posizioni: ora è lui che potrebbe stringere all’angolo la giornalista. Si sente pronto a far cadere quelle barriere che lei ha eretto, trincerandosi dietro a una fredda professionalità. L’intervista diventa un dialogo sulla vita, sul mondo dello spettacolo, del teatro. Su eventi che cambiano il corso della vita. Su cose che finiscono, lasciando qualche ferita. Chi non ha alternato soddisfazioni a momenti di delusione? Così il domatore di leoni, che non doma più leoni per legge, diventa uno di noi, con dolori, ma anche speranze. Uno che sa guardare il passato traendone le spinte per continuare.
In realtà Vittorio Franceschi, autore e interprete del testo, racconta di non aver mai domato nemmeno una formica. Racconta di aver amato il teatro da quando, bambino, sua madre lo portava a vedere il teatro dei burattini. Aggiunge di sentirsi affascinato dalla figura del domatore di leoni, occasione per raccontare la nostra vita, i nostri rapporti.
Chiara Degani, qui nel ruolo della giornalista, è stata nei mesi scorsi, come Miss Lucy, tra gli interpreti di La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams, con la regia e la scenografia di Pier Luigi Pizzi.
(Nella foto di Andrea Morgillo i due interpreti, Vittorio Franceschi e Chiara Degani, in Il domatore. È in scena al Teatro Franco Parenti)
Il Domatore
di e con Vittorio Franceschi
e con Chiara Degani
regia, scene, costumi Matteo Soltanto
musica, sound design Guido Sodo; light design Luca Bronzo; assistente alla regia Francesco Lanfranchi
produzione Fondazione Teatro Due, CTB Centro Teatrale Bresciano
spettacolo vincitore del Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2022 come Migliore Novità
A Milano al Teatro Franco Parenti, dal 13 al 17 giugno 2023 / Sala Grande