Francesca Chillemi e Francesco Iaia in Il giocattolaio a Milano al Teatro Manzonifoto Antonio Caracciolo

Il Giocattolaio visto al Teatro Manzoni, brividi e applausi

L’inquietudine corre sul palco e invade la platea. Il Giocattolaio affronta il tema della violenza sulle donne, ma lo fa in modo imprevedibile e spiazzante. Senza lasciare un attimo di respiro. Fin dai primi minuti riesce a dare dei brividi agli spettatori del Teatro Manzoni a Milano, quando si sente Maude registrare le ultime informazioni su il Giocattolaio. Lei è una giovane psichiatra sulle tracce di uno psicopatico talmente perverso da infierire sulle donne compiendo su di loro una operazione anni ’30. Si chiama lobotomia e l’aveva subita anche la sorella di Tennnessee Williams (con relativo senso di colpa di lui per non essersi sufficientemente opposto), ma questa è un’altra storia. Risultato: le donne non muoiono, ma restano paralizzate, sotto il suo dominio. È l’affermazione del potere che gode nell’incutere terrore, togliendo alla vittima ogni possibilità di reazione.

Siamo a Los Angeles, 1° agosto 1990, e quando un individuo, con la scusa di aiutare Maude a risolvere un problema con l’auto, riesce a entrarle in casa, per gli spettatori inizia la sensazione di paura mista a sospetto. Lui sembra che esca, ma ritorna. Racconta e si racconta con tono tranquillo. Ma qui non vi diciamo di più, lasciandovi con quegli interrogativi – chi è? che cosa succede? -, che solo la visione a teatro può risolvere.

È uno spettacolo perfettamente costruito. In cui ogni elemento è rilevante. Le lunghe finestre ai lati lasciano intuire lo scorrere del tempo, mentre altri particolari li lasciamo scoprire agli spettatori. A rendere l’atmosfera particolarmente inquietante, carica di tensione, sono certamente i due attori, straordinari, entrambi abilissimi nel dare ai loro personaggi tutte le sfaccettature possibili, senza consentire alcuna certezza. Francesca Chillemi si dimostra padrona del palco. Tratteggia Maude decisa a fronteggiare in ogni momento il personaggio che Francesco Iaia ammanta di mistero, continuamente imprevedibile. Tutto è senza un attimo di sosta in questo spettacolo in cui anche le luci raccontano.

Il fiato è sospeso: impossibile distrarsi. Lo spettacolo gioca con gli spettatori immersi in una atmosfera di tensione, suggerendo ogni momento inquietudine e ipotesi e anche qualche occasione per veloci risate. Insieme però affiorano considerazioni rilevanti. Parlano dell’importanza di non accettare un amore che maschera la voglia di dominare l’altro: amore e potere non devono avere rapporti. Nemmeno umiliare l’altro c’entra con l’amore. Ancor più lo spettacolo fa provare al pubblico quella stessa paura che vive una donna in una situazione di pericolo. Ecco dunque la scelta di debuttare a Milano proprio nella giornata internazionale della donna con questo spettacolo a tinte forti, ma capace di far riflettere.

Siamo comunque a teatro. Così alla fine resta il piacere di aver visto uno spettacolo ben calibrato in tutti i suoi risvolti, capace di tenere lo spettatore come un equilibrista su un filo. La tensione si trasforma in lunghi applausi per Francesca Chillemi e Francesco Iaia.

(Nella foto di Antonio Caracciolo, i protagonisti di Il Giocattolaio, Francesca Chillemi e Francesco Iaia)

Il Giocattolaio

di Gardner McKay

traduzione Giovanni Lombardo Radice

con Francesca Chillemi e Francesco Iaia

regia Enrico Zaccheo

luci Daniele Savi, scene Claudia Cosenza

Stefano Francioni Produzioni e Savà Produzioni Creative

A Milano, Teatro Manzoni, 8 e 9 marzo 2025 (sabato ore 20,45 – domenica ore 15,30)

Tour

11 marzo Lerici (SP) Teatro Astoria

12 marzo Colle Val d’Elsa (SI) Teatro del Popolo

13 marzo Codigoro (FE) Teatro Arena