Con il Lago dei cigni dell’Accademia Ucraina di Balletto al Teatro Arcimboldi di Milano va in scena il bello del classico. La splendida musica di Čajkovskij ne esce esaltata e anche la storia raccontata con il famoso balletto diventa ben comprensibile, con quel tanto di fiabesco che ha in sé. Emergono i sentimenti dei diversi personaggi, dall’amore alla gelosia, fino al senso di possesso, e, in parallelo, le emozioni per il pubblico. Che vive lo spettacolo con passione e tanti applausi alla fine di ogni quadro.
È uno spettacolo che entusiasma chi ama la danza: tanti ballerini in scena, impegnati in gran bei numeri coreografici. Nemmeno solo danza classica, perché la messinscena vista all’Arcimboldi corrisponde all’edizione in quattro atti, che prevede nel terzo atto alcuni bei momenti di danze popolari diversificate. La storia si esalta attraverso la grande tecnica che incontra l’interpretazione, con momenti altamente sincronizzati, passi a due, assolo. Ramon Agnelli incanta quel pubblico che ha imparato ad amarlo durante la scorsa edizione di Amici. Ora Ramon Agnelli appare sempre più capace di volare. Grande ballerino, nel ruolo del giullare con questa messinscena ha grande spazio e gioca tutte le sue carte interpretative, sia nei passi che nel dare al suo personaggio toni ironici, ma anche di complicità con il principe.
Grande danza, bella musica di Čajkovskij, con alcuni momenti ormai iconici. A suonarla in scena è l’Orchestra Filarmonica Italiana composta da 40 elementi, diretta dal Maestro Marco Dallara.
A fare da ambientazione è la scenografia, accolta con espressioni di meraviglia dal pubblico a ogni nuova apertura di sipario. Il giardino del principe, la sala reale, dove si svolge il ricevimento e, secondo i desideri della madre, il principe dovrebbe scegliere la futura sposa, infine il lago: scenografie differenti che incantano, ottima cornice per i costumi luminosi dei Cigni. Sono le ballerine protagoniste, mentre tra loro il giullare Ramon Agnelli si caratterizza anche nel costume, giocato sul bicolore.
In uno spettacolo talmente perfetto si possono leggere anche riferimenti all’oggi. Prima di tutto le scarpette rosse indossate in un momento delle danze folcloristiche a ricordare la lotta contro la violenza sulle donne. Poi, naturalmente, il cigno nero diventato simbolo di un evento drammatico inatteso, come la pandemia. Questo spettacolo diventa una occasione di gioia dopo le difficoltà.
Insomma, tutto concorre a costruire un gran bello spettacolo, destinato a rimanere nei ricordi degli spettatori. Anche di tutti i ballerini in scena, che con questo spettacolo vedono premiato il loro lavoro di anni. Sono gli allievi di A.U.B., l’Accademia Ucraina di Balletto, prima scuola professionale in Italia di pura metodica vaganova, con sede a Milano. Se Ramon Agnelli viene anche lui da questa scuola, non così i due protagonisti nel ruolo del Principe e del Cigno bianco. Nelle stesse repliche di venerdì 9 febbraio alle 21.00 e di sabato 10 febbraio alle 15.00 sono stati Yolanda Correa Frias e Vasilii Tkachenko, Primi Ballerini del Teatro dell’Opera di Oslo.