Il sentiero dei nidi di ragno rivive al Franco Parenti

La Olivetti Lettera 22 è in scena e il libro prende vita: è Italo Calvino che parla di Il sentiero dei nidi di ragno, il suo primo romanzo del 1947. E subito Stefano Annoni diventa dapprima Pin, il protagonista del libro, un bambino già vecchio, come lo definisce l’autore. Cambia il tono di voce e davanti al pubblico del Teatro Franco Parenti appaiono i vari personaggi di Il sentiero dei nidi di ragno.

Sono partigiani, per nulla eroi, perché Italo Calvino voleva proprio raccontare la Resistenza nei suoi aspetti meno mitici. E Pin gli prende la penna in questo racconto della Resistenza vista di scorcio, attraverso gli occhi di questo bambino che frequenta solo adulti. E certo non perfetti, come erano nella realtà i partigiani. Ma c’è un altro ragazzino, Pelle: è sempre raffreddato, tira su col naso, come fanno i bambini, e riserverà brutte sorprese. Come lui, attraverso Stefano, anche tutti gli altri personaggi prendono vita, con le loro particolarità, i comportamenti, i pensieri che Pin a volte condivide, anche se discutibili.

Il nostro Pin è un piccolo adulto che disapprova la sorella, che si prostituisce nei carruggi liguri con i tedeschi. A uno di questi accetta di rubare la pistola, una P 38. È un racconto che irrompe in scena in tutta la sua pericolosità, perché il furto avviene mentre il marinaio tedesco è con la sorella. Lui racconta e l’accompagnamento musicale alla fisarmonica di Katerina Haidukova è progressivamente sempre più incalzante. Pin però è anche un bambino, così quando deve nascondere la pistola va in un posto che lui solo conosce: è il nido di ragni, di cui forse parlerà solo quando troverà qualcuno di cui fidarsi.

Stefano maneggia quella pistola, la guarda, la palpeggia, ma anche la punta e se la avvicina alla tempia. È quel brivido che fa capire la portata di quel furto, ma anche che cosa ha significato un’arma tra le fila della Resistenza. Evoca quel nascondiglio nel nido di ragni e ci fa sentire bambini gelosi del proprio segreto, legato a un luogo poco comprensibile per un adulto.

Con parole, mutare del tono di voce, movimenti Stefano Annoni rende vivi quei personaggi che sono sulla pagina scritta. Canta con passione, girando in platea porta le parole di Calvino tra il pubblico, lo coinvolge, anche lo provoca. E quei personaggi tratteggiati da Calvino sembrano uscire dalle pagine per assumere una dimensione umana, lontana da ogni mito e invece, probabilmente, molto vicina alla realtà.

Ad accompagnare le parole è la fisarmonica di Katerina Haidukova, che intensifica le atmosfere e accentua la tensione in alcuni momenti. È quella musica, che, pur senza prevaricare, può integrare un racconto. E Katerina questo lo fa ottimamente.

Così le emozioni nate da Stefano davanti alla pagina scritta arrivano al pubblico. Lo coinvolgono e travolgono. Il risultato è uno spettacolo che vive della energia di Stefano Annoni in scena, ulteriore conferma della sua forza interpretativa. Conquista il pubblico, anche invogliandolo a leggere (o rileggere) Il sentiero dei nidi di ragno. Già era successo a chi produce questo spettacolo, che infatti ha scelto come nome “Nidodiragno”.

(Nella foto di Andrea Lisco, un momento di Il sentiero dei nidi di ragno con protagonista Stefano Annoni, qui ripreso in un momento particolarmente intenso)

Il sentiero dei nidi di ragno

un percorso di parole e musica per Italo Calvino

lettura scenica con Stefano Annoni

alla fisarmonica Katerina Haidukova

regia Paolo Bignamini

adattamento e aiuto regia Giulia Asselta; spazio scenico Michela Invernizzi; luci Alberto Comino

produzione CMC/Nidodiragno

Durata: 1 ora e 10 minuti

A Milano, Teatro Franco Parenti, 16 – 21 Luglio 2024 | Sala Blu