Un urlo e il sipario si apre. La scelta registica al Teatro Franco Parenti proietta subito gli spettatori nel clima di Il tenente Colombo. Che non chiede di individuare l’assassino ma di capire come verrà incastrato. Dal tenente Colombo, naturalmente.
Siamo nel 1967, quando i telefoni hanno la rotella per comporre il numero, le scarpe femminili sono kitten heels, un particolare tipo di tacco che si rivelerà molto importante e Acapulco è una località e una spiaggia molto prestigiosa.
È giovedì 10 maggio a Los Angeles e nello studio dello psichiatra Ryan Fleming arriva sua moglie che sospetta l’infedeltà del marito, ma lui la tacita mostrandole i biglietti per Acapulco, dove andranno a festeggiare l’anniversario di matrimonio. Lei è ricca di famiglia e lui ben presto capiamo che ha una amante: è Susan attrice di Python Place. Facile a questo punto per gli spettatori immaginare il seguito, con tanto di omicidio (quasi) perfetto.
Mezz’ora di costruzione delitto e arriva lui, il tenente Colombo, impermeabile d’ordinanza, sigaro acceso, aria svagata, moglie, cane e auto Peugeot del 1952 nominati e inizia il gioco del gatto col topo. Mai giudicare dalle apparenze. Gli spettatori sanno bene chi è il gatto e chi il topo, ma il dottor Fleming è convinto del contrario. La sua arroganza si misura con l’aria dimessa del tenente Colombo, che sembra già sapere chi è l’assassino: è solo alla ricerca del modo per incastrarlo. Come lo trova lo lasciamo scoprire agli spettatori.
I famosi “un’ultima domanda” e “ancora una cosa” e il tornare indietro a sorpresa del tenente Colombo si incrociano con battute fulminanti che suscitano la risata degli spettatori. È l’ottimo ritmo teatrale che caratterizza lo spettacolo, come tanti altri elementi che il teatro permette, più della televisione. Diventano come delle pennellate, termine particolarmente indicato, visto che spesso i protagonisti ammirano un quadro guardando in platea. Sono le luci che mutano nei momenti cruciali, la musica incalzante quando l’azione diventa cruenta, l’incubo del dottor Fleming quando la moglie sembra materializzarsi. E il coinvolgimento del pubblico.
Ugualmente di spirito teatrale è la scelta di utilizzare un lungo sottile schermo su cui mostrare alcuni momenti, come il viaggio in aereo, ma anche la serie Python Place in cui lavora Susan. Ed è su questo schermo che si coglie il passaggio dei giorni: pochi ne servono a Colombo per la soluzione.
A conquistare il pubblico sono gli attori, tutti perfettamente in parte nel dare anche le sfumature psicologiche ai loro personaggi. Gianluca Ramazzotti in scena si trasforma nell’apparentemente dimesso tenente Colombo, che cambia tono sfoderando tutte le sue armi al momento della zampata finale. A lui si contrappone, ma solo apparentemente, l’arrogante dottor Fleming di Pietro Bontempo con l’aplomb che il ruolo richiede. Tra loro il procuratore di Nini Salerno, convincente nel ruolo dell’amico sicuro fino all’ultimo dell’innocenza di Fleming. Sara Ricci è la moglie molto periodo anni ‘60, pronta a perdonare il marito, ma anche gioire per piccole attenzioni. E perfetta nei tre momenti, moglie, assassinata, fantasma che si materializza. Preoccupata, desiderosa di rimandare il piano, ma anche ingenua è la Susan di Samuela Sardo.
I cinque attori si muovono in una scenografia di Alessandro Chiti capace di evocare l’atmosfera, ricordare gli anni ‘60, ma anche sottolineare il modo di vivere e la psicologia dei personaggi. E nascondere qualche indizio che a Colombo non sfugge.
Il pubblico conosce il tenente Colombo per la serie televisiva di grande successo. Ma all’origine di questa è la pièce teatrale. Ora la messinscena studiata dal regista Marcello Cotugno, ben utilizzando tutto ciò che fa teatro, riesce a conquistare il pubblico, che alla fine lungamente applaude. E questo è l’unico giallo con delitto, sia pure non tradizionale, di questa stagione teatrale.
Il tenente Colombo – Analisi di un omicidio (Prescription: Murder)
di Richard Levinson & William Link
Regia Marcello Cotugno.
Con Gianluca Ramazzotti, Pietro Bontempo, Samuela Sardo, Sara Ricci (con la partecipazione straordinaria di Nini Salerno)
A Milano, Teatro Franco Parenti, Sala Grande, dal 3 al 9 gennaio 2025