Un gran bello spettacolo che torna. Ivana Monti torna al Teatro Franco Parenti, protagonista di Una vita che sto qui. Attraverso le sue parole e la sua interpretazione prende vita una Milano tutta da ricordare e scoprire. Tra emozioni e risate la sua vita si intreccia con eventi storici e il pubblico si sente coinvolto.
Qui vi riproponiamo la recensione scritta in occasione del debutto nell’ottobre 2021.
Questa è la Milano né da bere né da bosco verticale. E’ la Milano di periferia, Lorenteggio, dove “È una vita che sto qui” dice la protagonista, Adriana, come l’Adriana Lecouvreur, perché suo papà amava l’opera. Con Una vita che sto qui dal palcoscenico del Teatro Franco Parenti a Milano grazie alla strepitosa Ivana Monti si dipana un fiume di ricordi, fatto di eventi, luoghi, momenti della vita di Adriana, che si intersecano con avvenimenti di una Milano che molto è mutata. Tra un frigorifero Indes e un rosso televisore Brionvega, indici di felici anni ’60, sola in scena, circondata da tante cose, occasioni di altrettanti ricordi, Ivana Monti è come se conducesse gli spettatori attraverso un’onda di emozioni.
Richiamati dalle sue parole sembrano arrivare sulla scena il Sergio suo primo amore, l’Alberto, amore-solo-suo, delinquente, pronto a scappare appena lei annuncia di essere incinta. Accanto a lei è come se comparissero il padre comunista, appassionato di lirica, la madre (come quelle madri di un tempo), il cane Stalin e il figlio Roby: con le sue parole siamo negli anni ‘70, si spara e si muore di eroina. Le sue parole evocano e tengono vivi tanti momenti che sono stati importanti per lei. Sono anche ricordi di luoghi legati a eventi milanesi. E’ la Storia che arriva sul palcoscenico con le bombe alla scuola di Gorla e ai Navigli, dove c’erano la Richard Ginori e altre fabbriche, la ricostruzione voluta dal sindaco Greppi partendo dalla Scala, gli scavi per la metropolitana linea rossa.
È la Milano di allora che sembra riprendere vita attraverso i ricordi suoi, guida per scoperte o altri ricordi degli spettatori milanesi. Anche la parlata milanese, comunque mai stretta al punto che la scighera diventa subito nebbia e la cadrega sedia, racconta molto di lei e insieme trasporta lo spettatore nel suo mondo.
Tanti ricordi, tante emozioni. Sono anche le ultime, perché quella dove lei è sempre vissuta, da quel 1958 quando aveva 17 anni e intorno era tutto erba, è una casa Aler da riqualificare e lei se ne deve andare.
Il fiume dei suoi ricordi diventa un alternarsi di risate, sorrisi, pensieri, tristezza, emozioni per il pubblico. Emozioni inevitabilmente capaci di contagiare anche lei, diventando quasi palpabili.
(Nella foto di Francesco Bozzo, una scena da Una vita che sto qui, protagonista Ivana Monti)
Una vita che sto qui
di Roberta Skerl
con Ivana Monti
regia Giampiero Rappa
scene Laura Benzi, luci Marco Laudando, assistente alla regia Maria Federica Bianchi e Beatrice Cazzaro, montaggio audio Alberto Basaluzzo, scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
produzione Teatro Franco Parenti, durata 1 h
a Milano al Teatro Franco Parenti (sala A) dal 10 al 18 gennaio 2024