Qui si potranno vivere emozioni speciali. È una promessa benaugurante quella che viene da Ivonne Capece, nuova direttrice artistica del Teatro Fontana. A lei passa il testimone, guardando al futuro, Rossella Lepore, che è una socia della cooperativa Elsinor e resta nel consiglio di amministrazione, dopo aver portato in scena in questi 10 anni 46 nuove produzioni e 72 compagnie.
Ivonne Capece, con una laurea in filologia medievale – ma è anche laureata in Storia della regia con Claudio Longhi – viene dal mondo della letteratura, attenta alla ricerca delle fonti e del modo in cui le cose vengono trasmesse. A questa base di studiosa, che l’ha portata a tradurre testi di medicina del 700, scritti in latino, si affianca l’interesse per la sperimentazione. Che si è concretizzato, già nel 2013, con la fondazione a Bologna di (S)blocco5, la compagnia impegnata in una ricerca indipendente. Con questa è arrivata per la prima volta al Fontana con La Monaca di Monza di Testori. Era l’aprile 2018.
«I suoi lavori registici – si legge nelle note biografiche – sono caratterizzati dalla ricerca nell’uso di tecnologie immersive e dalla sperimentazione tecnologica con ologrammi, interazioni video, bracci robotici, intelligenza artificiale». Rappresenta così «una delle realtà teatrali più all’avanguardia nella ricerca del rapporto tra tecnologia, robotica e arte».
Vorrei, dice, che il pubblico venendo al Fontana trovasse «ciò che non si aspetta, perché credo nella necessità di allargare gli orizzonti di ciò che è teatro».
Il suo non sarà un teatro che semplifica il reale, che non spinge chi guarda ad andare oltre e porsi degli interrogativi: questo è il teatro che non le piace. Con queste parole invita anche a non sottovalutare il pubblico, credendo di sapere ciò che può capire. E’ invece importante che l’esperienza emotiva arrivi, seppure in modi diversi, secondo la sensibilità di ciascuno. Così pensa a un teatro che va oltre il momento dello spettacolo, coinvolgendo ulteriormente il pubblico. Questo potrebbe avvenire già nei prossimi mesi, mentre la stagione secondo lo spirito di Ivonne Capece sarà soprattutto nel 2025 e in parte negli ultimi mesi del 2024, che vedranno comunque la presenza di progetti già avviati.
Con la nuova direzione artistica ci sarà anche un maggiore spazio al femminile, che ora è sempre più una realtà. Ci sarà anche un progetto totalmente innovativo, con l’arrivo in scena di un romanzo che nelle sue pagine sembra l’antitesi del teatro. Ci sarà una apertura a sperimentazioni tecnologiche, che attualmente non sono tipiche del teatro italiano: questo significherà la possibilità di aprire a una internazionalizzazione. A questo interesse per la sperimentazione si affiancherà una linea più tradizionale, con dei classici, comunque guardati con un occhio contemporaneo.
(Nella foto, Ivonne Capece, nuova direttrice artistica del Teatro Fontana)