La scaletta c’è: la piscina è da immaginare. Fa da ambientazione a La caccia al tesoro. È il nuovo spettacolo di Bruno Fornasari in scena al Teatro Filodrammatici di Milano, pieno di sfaccettature. La storia riserva tante sorprese fin dal primo momento, perché, mentre la madre è in ospedale dove potrebbe morire, la badante legge il testamento. Che parla di quattro figli. Per i due naturali è la prima sorpresa, perché scoprono che non solo è stata adottata la badante, ma anche un ragazzo di colore. Siamo disposti ad accettare gli altri quando non rappresentano solo un articolo sul giornale, ma ci toccano da vicino? L’interrogativo, che può assumere una valenza non solo individuale, non è certo l’unico che suscita lo spettacolo.
Tra battute fulminanti – Rafa, con ambizioni da pittore, viene definito il «Picasso delle favelas» -, momenti di sarcasmo e ironia condita con cinismo, si toccano molti temi, a cominciare dagli anni 70, anni di libertà sessuale.
Grazie alla madre, proprietaria di una galleria d’arte, la pittura assume più di un rilievo. Si parla di pittori e sul fondo si vede dapprima proiettato “Portrait of an Artist (Pool with Two Figures)” di David Hockney, che porta in primo piano una piscina osservata dall’artista in piedi di lato. L’immagine sembra ripetersi in scena, con una piscina immaginata e i protagonisti intorno su sdraio. Presentato come se fosse stato dipinto da un falsario su una tela è anche l’altro quadro che si vede. E’ l’altrettanto famoso “I nottambuli” di Edward Hopper, che parla di solitudine, di sogno americano annegato nell’alcol, perché, si commenta durante la commedia, la felicità non dura. Ugualmente falsi sono i dipinti che si immaginano nella galleria d’arte, perché contengono un errore volutamente presente nella copia fatta da un falsario. O almeno così si dice, ma c’è chi si vanta di essere un esperto, in grado di identificare l’errore.
Così la falsità continua quando, con una interessante, quanto divertente trovata registica, il pubblico è coinvolto in un modo insolito: le spettatrici (soprattutto), come se fossero dei ritratti pittorici, sono guardate e commentate da Rafa, sceso in platea insieme alla sorella. Sorpresa per le spettatrici direttamente coinvolte, divertimento e risate per il resto del pubblico. Che sa che si può fingere di credere anche a quanto si sa essere falso. Anche alla felicità, ricercata come un tesoro? E’ questo il tesoro di cui andare a caccia: la ricerca impossibile della felicità?
Non è certo l’unico interrogativo che suscita la pièce. Il pubblico è anche coinvolto nel cercare di identificare le connessioni tra i diversi personaggi e cogliere le motivazioni che li spingono a determinate azioni. Perché, come succede nella realtà, nessuno è perfettamente inquadrabile e non sempre le azioni sono dettate da ferrea logica. E il male? Con sembianze non chiaramente identificabili continua comunque a serpeggiare, ponendo al pubblico un interrogativo, che gli stessi personaggi in scena si pongono: quale sia lo lasciamo scoprire agli spettatori. Lasciamo anche il dubbio su come interpretare l’ultima scena, che presenta un’ennesima sorpresa.
A sostenere la storia, ben articolata da Bruno Fornasari in modo che sorprese e interrogativi si susseguano, è il cast che sa alternare momenti più seri ad altri pieni di ironia. Il pubblico ride, si diverte con movimenti scenici e accenni di passi di ballo uniti a un momento canoro di Michele Di Giacomo. Che, perennemente in accappatoio e tenuta da spiaggia, lascia intravedere sentimenti e sensazioni, distacco e ironia, ben leggibili sul volto. E il pubblico alla fine risponde con applausi convinti.
«Mai lasciare che la realtà si intrometta in un sogno a occhi aperti» è la battuta che i protagonisti ripetono in scena, destinata a essere analizzata, ricordata, anche ripetuta.
(Nella foto di Laila Pozzo, i protagonisti di La caccia al tesoro. Da sinistra, Linda Gennari, Michele Di Giacomo, Ksenija Martinovic, Yudel Collazo)
La caccia al tesoro
un progetto Amadio/Fornasari
scritto e diretto da Bruno Fornasari
con Linda Gennari (Chic), Ksenija Martinovic (Mila), Yudel Collazo (Rafa), Michele Di Giacomo (Art)
movimenti Marta Belloni; scena e luci Fabrizio Visconti; costumi Mirella Salvischiani; aiuto costumi Gloria Caprioli; assistenti alla regia Giulia Di Sacco, Federica Dominoni; direzione tecnica Silvia Laureti
crediti fotografici Laila Pozzo
produzione Teatro Filodrammatici di Milano
con il sostegno di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo – Progetto NEXT 2023
durata 90 minuti senza intervallo. Prima nazionale
a Milano, Teatro Filodrammatici (piazza Paolo Ferrari 6, angolo via Filodrammatici), dal 21 novembre all’8 dicembre 2024 (da martedì a sabato ore 20:30; mercoledì ore 19:30; domenica ore 16:00)