Ieri come oggi. La mostra fotografica “Immagini dal fronte La Grande Guerra 1914-1918 nell’archivio della Biblioteca Cesare Pozzo” esposta a Milano alla Fondazione Luciana Matalon ha una sezione che induce a pensare al presente. Le foto mostrano le distruzioni lasciate dal conflitto, le rovine nelle città, con le macerie, ad esempio a Padova, ed è inevitabile pensare a quanto si sta vedendo in televisione: le città ucraine assomigliano molto a una Padova massacrata dalla guerra. Sono le foto più altamente drammatiche: le altre non sono cruente, non mostrano sangue, che avrebbero influito troppo negativamente sul morale generale. Queste infatti sono foto ufficiali, come il timbro sul retro delle foto consente di capire. Sul retro sono anche i timbri dei laboratori di stampa, da cui vengono le foto. Queste, 120 fotografie inedite, esposte per la prima volta, vengono da un fondo fotografico posseduto dalla Biblioteca dei trasporti e della mutualità Cesare Pozzo.
Le curatrici della mostra, Eleonora Belloni e Alessandra P. Giordano, hanno scelto di suddividere le foto nelle tre sezioni tematiche, “La prima linea”, “Il fronte”, “Oltre i confini” per raccontare la guerra combattuta in prima linea e la quotidianità al fronte. A queste si aggiunge una sezione di opere del fotografo “ufficiale” della Grande Guerra, Luca Comerio. Un focus è inoltre dedicato al tema dei trasporti, con alcune immagini dei treni impiegati nella condotta di materiali e, talvolta, dei caduti. Quella che viene raccontata dal 3 al 29 maggio 2022, si legge nella presentazione, «non è una guerra italiana, ma la Grande Guerra, il primo, e purtroppo non ultimo, conflitto globale e totalizzante di un “secolo breve” che ha visto l’umanità impegnata più a distruggere che a costruire». Le foto permettono anche di capire che «la Prima Guerra Mondiale fu anche la prima guerra che si avvantaggiò di tecniche e tecnologie in gran parte nuove, frutto di circa un secolo di sviluppo tecnologico e industriale che aveva investito l’intero mondo occidentale. Furono proprio queste capacità belliche, insieme a quella di mobilitare uomini e risorse, che avrebbero indirizzato le sorti del conflitto, contribuendo a ridisegnare il nuovo ordine mondiale».
La mostra è completata da un incontro il 14 maggio sui trasporti, da un concerto il 21 maggio e da un catalogo edito da Fondazione Matalon, con una prefazione di Stefano Maggi e testi di Eleonora Belloni e Alessandra P. Giordano.
Nella foto, il Comando di artiglieria