Igor Chierici protagonista di La leggenda del pianista sull’oceano

La leggenda del pianista sull’oceano visto al Factory32

L’atmosfera è magica. Con La leggenda del pianista sull’oceano al Factory32 Igor Chierici ci trasporta tra le onde dell’oceano. Il suo grido “America”, che è quello di un passeggero della nave, sintetizza tutta la fiducia nel futuro. Il protagonista di questa storia è invece un sognatore, un po’ fuori dal tempo, che sa vivere intensamente una passione sui tasti del pianoforte.

Lo trovano dentro una scatola, sul pianoforte, nella sala di prima classe del Virginia. Ha più o meno 10 giorni ed è probabile che sia stato lasciato lì da migranti della terza classe. Chi lo trova gli dà subito un nome, uno di quelli che si fanno notare: Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento. Siamo agli inizi del ‘900 – il nome scelto per battezzarlo non è certo casuale – e questa è una gran bella storia, che racconta sogni e problemi di un’epoca, quando c’era chi partiva dall’Europa per andare a cercare lavoro in America: non aveva nulla, salvo speranze e voglia di fare. Saliva su una nave rigorosamente divisa in classi, come la stessa società di allora e utilizzava i giorni di navigazione per prepararsi al meglio. Come? È tutto da scoprire attraverso le parole di Igor Chierici, che sono quelle di Baricco, autore di Novecento.

«Non sarai mai spacciato finché avrai una bella storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla». È proprio ciò che avviene, ancora una volta, al FACTORy32, perché, raccontando di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, Igor Chierici, nel ruolo dell’amico Max il trombettista, seduce gli spettatori con le parole. Attraverso la sua voce questo strano pianista che suona divinamente prende vita: inventa musiche che incantano, gioca con le dita tra i tasti, ma non si sa come ha imparato. Conosce un mondo che non ha mai visto, se non attraverso i viaggiatori. In scena ben pochi oggetti e invece un racconto che sembra rivolto specialmente a ciascuno degli spettatori. Che a volte Igor coinvolge direttamente: gli rivolge qualche parola e un’altra volta gli chiede una sigaretta, che verrà accesa solo nella fantasia di chi ascolta.

Tutto proprio come un racconto, che come tale riesce a sedurre. Poi sembra arrivare davvero in scena un famoso, arrogante egocentrico pianista, che si era autoproclamato inventore del jazz. È la sfida attraverso i tasti del pianoforte di Jelly Roll Morton nei confronti di Novecento. Ed è una sfida che sembra prendere davvero vita, senza che alcun pianoforte compaia sulla scena. Entra nell’immaginazione di chi sta ascoltando il racconto e lo fa ancora più della musica che fa da sfondo. Appare invece, ma si nota solo all’ultimo, qualcosa davvero di insolito: è la fine. Ed è la fine del racconto.

Intanto quella passione, che è parte viva di Novecento, è riuscita a coinvolgere il pubblico. Lo ha magicamente trasportato in un mondo dove la capacità di comunicare conta più della possibilità di comprare. Dove il teatro non chiede paillettes e nemmeno grande utilizzo di tecnologie. Solo disponibilità ad abbandonare schemi abituali per vivere una storia diversa.

Lo spettacolo di Igor Chierici, con 150 repliche all’attivo, è andato in scena per la prima volta a Milano, al Factory32, dove ha davvero affascinato il pubblico. Poco importa che la storia sia conosciuta, magari semplicemente grazie al film di Tornatore: è sempre un incanto.

(Nella foto, Igor Chierici protagonista di La leggenda del pianista sull’oceano)

La leggenda del pianista sull’oceano

tratto da “Novecento” di Alessandro Baricco

regia Luca Cicolella

con Igor Chierici

produzione Compagnia Chierici-Cicolella

a Milano, fACTORy32 (via Watt 32), 15 e 16 marzo 2025