L’architettura in Alto Adige è al centro della mostra Architetture recenti in Alto Adige 2018 – 2024 in programma alla Kunst Meran Merano Arte. Dal 27 ottobre al 16 febbraio 2025 è possibile vedere il quarto inventario dei progetti che documentano l’orizzonte architettonico sviluppatosi in Alto Adige. Sono stati selezionati da una giuria internazionale, che ha scelto come criterio l’uso oculato e accorto dei materiali di costruzione e delle risorse, l’attenzione per le provenienze e l’impatto ambientale o l’interesse sociale delle strutture. Così tra gli oltre 240 progetti pervenuti, dopo una visita in loco a numerose strutture, ne sono stati scelti 28 principali, affiancati da un secondo gruppo di altri 28.
La mostra curata da Filippo Bricolo raccoglie i progetti di architettura in Alto Adige secondo varie categorie.
In “Riuso riflessivo” incontriamo una serie di progetti legati al tema del recupero architettonico, a partire da un confronto con strutture molto differenti, sia per epoca sia per funzione. Tra questi, l’intervento di Lukas Wielander e Martin Trebo su un edificio medievale nel cuore di Glorenza, che ha permesso di ricavare appartamenti e spazi commerciali.
Al rapporto tra architettura e contesto storico è dedicata la sezione “Evocazioni urbane”. Progetti come la Biblioteca Civica di Carlana Mezzalira Pentimalli a Bressanone dimostrano come sia possibile dialogare con la città antica senza rinunciare ad aspetti sperimentali.
Al dialogo con la città, si affianca quello con la natura, aspetto che non poteva mancare nel caso del territorio altoatesino. “Architettura naturans” mostra una serie di esempi che nascono da un rapporto diretto con la natura, come nel caso della Nuova cantina Pacherhof a Novacella, dello studio bergmeisterwolf, che sembra trasfigurare la montagna in architettura.
“Topografia partecipata” raccoglie invece architetture che tengono conto del rapporto con il suolo e il suo andamento, spesso impervio. Ad esempio, il Centro Protezione Civile Renon di Roland Baldi Architects – che ospita una nuova sede per Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino e Croce Bianca – nella sua forma semplice e scultorea, sembra integrarsi nel declivio naturale. Inoltre, la facciata in cemento, ispirata alle cosiddette “Piramidi di terra” (delle formazioni geologiche presenti in questa zona), accentua l’effetto per cui l’edificio sembra emergere dal suolo e farne parte.
“Vernacoli plausibili“ si interroga sul rapporto con le forme della tradizione attraverso una serie di progetti in cui questa relazione non viene né spettacolarizzata né banalizzata. È il caso di Zierhof con Stube in Val di Fleres di Naemas Architekturkonzepte, progettate a seguito della distruzione di un maso da un devastante incendio. Adottando un linguaggio architettonico che richiama il precedente edificio, unito a un approccio contemporaneo, il progetto indaga la potenzialità curatrice della memoria.
In “Scavo generativo” incontriamo lavori che operano per sottrazione, come la Musealizzazione delle mura di cinta di Merano di Höller e Klotzner Architetti. Dei profili in acciaio rievocano le dimensioni originali delle mura, emersi durante i lavori di scavo intorno al Castello Principesco, salvandone così il ricordo.
La sezione “Interni poetici” prende in esame l’architettura di interni.
L’ultima sezione, “Arte e architettura”, riguarda una relazione che ricopre un ruolo centrale per le istituzioni promotrici dell’iniziativa. Qui incontriamo progetti come la Halle 3 di Julian Tratter e Markus Hinteregger. L’ampliamento della sede dell’azienda barth Innenausbau di Bressanone ha previsto, oltre alla creazione di nuove aree comuni per i dipendenti, la progettazione di una galleria d’arte contemporanea e il coinvolgimento di diversi artisti.
(Nella foto di Gustav Willeit, l’Edificio di servizio progettato da Pedevilla Architects & Willeit Architektur nel 2020 al Passo di Monte Croce, Sesto)