Calcio sinonimo di riscatto. Se poi a praticarlo sono donne lo è ancora di più. Il film Las Leonas racconta la storia di alcune giocatrici di calciotto, il calcio a otto su un campo più piccolo, ma con le stesse regole del calcio. Sono tutte extracomunitarie, per lo più sudamericane, non giovanissime (tra i 34 e 48 anni) e nemmeno con un fisico particolarmente atletico. Ma con molta determinazione. Vengono da un passato difficile nel loro Paese e hanno trovato un presente non brillante in Italia. Però a Roma hanno trovato il calciotto: qualcuna già giocava a calcio da piccola, ma c’è anche chi ha iniziato in Italia. Molte sono badanti con solo la domenica libera e il calcio è diventato per loro, oltre a un divertimento, un’occasione di rivalsa. Così vincere la coppa del torneo Las Leonas è particolarmente importante. E la coppa deve essere grande, di quelle che si fanno notare.
Il film racconta la storia di alcune di loro, dedicando a ciascuna un momento particolare che consente di scoprirne la personalità, le aspirazioni, le difficoltà a cui rispondono con un calcio non metaforico. C’è chi per andare da una casa all’altra a Roma percorre lunghi chilometri su una bicicletta a cui ha dato il nome di Fausto Coppi. Altre vivono insieme in una stanza con solo un letto per due, uno piccolo per la bambina, mentre una quarta deve dormire su un letto gonfiabile a terra.
I loro affetti scopriamo che spesso si concentrano su una figlia, che hanno dovuto crescere da sole. E scopriamo che stanno facendo dei lavori di cui non hanno alcuna esperienza: non sanno da che parte iniziare a pulire una casa. Nemmeno sanno trattare dei bambini non loro. Così per chi guarda il film è anche un’occasione per riflettere su quanto si pretende da loro, senza considerare molti altri aspetti che le riguardano.
«Per tutte – è il commento delle registe Isabel Achával e Chiara Bondì – correre dietro una palla significa poter sognare e dimenticare la fatica di ogni giorno. Il contrasto tra la fatica del lavoro, la solitudine di vivere in un Paese straniero lontano dai propri familiari e l’adrenalina, la forza che emerge giocando a calcio, ci è sembrato da subito molto forte».
Le loro storie si alternano a momenti di gioco in campo. Qui affiora la loro determinazione e la voglia di vincere. Sono tiri in porta, abbracci ai goal, mentre dei momenti di riprese al rallenty sottolineano quanto il loro sia calcio vero, a cui corrisponde il loro impegno. A ripagarlo ci sono le coppe per le squadre vincenti, ma anche per la migliore in porta e all’attacco. Ma ci sono anche le interviste e la cronaca su una radio web, condotta da altre due sudamericane. Il calcio dunque è davvero un momento esaltante e di riscatto.
Sette sono le ragazze protagoniste, di cui si raccontano vita, sogni, difficoltà. Vania è di Capoverde, dove giocava a calcio professionalmente. Gioca nella squadra Paraguay. Melisa, peruviana, non aveva mai giocato a calcio prima di arrivare a Roma. Gioca nella squadra Peruanas, come Joan, anche lei peruviana. E’ invece nella squadra Club Colombia, ma è anche lei peruviana Bea, che gioca a calcio fin da quando era piccola. Siham viene dal Marocco e gioca a calcio da sempre: più che una passione il calcio per lei è una dipendenza, perché non ne può fare a meno. E’ nella squadra Paraguay. Ana è moldava e gioca a calcio da quando aveva 5 anni: sognava di diventare una calciatrice professionista. E’ nella squadra Estrellita Juvenil. Elvira, ecuadoriana, ha imparato a giocare a calcio nel suo Paese, tirando la palla ai cani, nel giardino della villa dove sua madre lavorava come domestica. E’ nella squadra Paraguay.
(nella foto Elvira della squadra Paraguay)
Las Leonas
un film di Isabel Achával e Chiara Bondì
produzione Sacher Film con Rai Cinema
distribuito da Academy Two
Il film è stato presentato alle Giornate degli Autori Notti Veneziane sabato 3 settembre alle ore 21.30
dal 15 settembre è al cinema
in anteprima dall’8 settembre a Roma, Milano e Torino