Finalmente è arrivato ed è spettacolare. Les Misérables The Arena Musical Spectacular è a Milano al Teatro Arcimboldi fino al 24 novembre 2024 in versione semiscenica e conquista il pubblico.
L’attesa si misura in lunghi anni: l’anno prossimo sarà il 40° dal debutto del musical, mai arrivato prima in Italia, ma è anche un anno dall’inizio delle prevendite all’Arcimboldi. Il pubblico ha risposto con entusiasmo decretando il sold out e continua con calorosi applausi, che contrassegnano ogni momento di questa versione semiscenica. Che non è una semplificazione della messinscena, ma risulta un modo diverso di far vivere al pubblico uno spettacolo, grazie alla presenza sul palcoscenico della grande orchestra che sovrasta la scena, dove si muovono gli interpreti nei costumi originali. Non c’è nemmeno il filtro del sipario, con la possibilità per il pubblico di scoprire i grandiosi elementi scenici e immergersi nello spettacolo già prima dell’inizio.
Questo Les Misérables The Arena Musical Spectacular seduce con la bella musica, le voci ben calibrate sui ruoli, lo spazio scenico imponente sempre a vista, dove si muovono gli interpreti, facendo vivere al pubblico molti momenti corali e vari assolo. A questi danno vita gli interpreti dei personaggi più importanti, che spesso concludono il loro numero su una passerella centrale, concedendo al pubblico una maggiore immersione nella musica. A cui dà vita la grande orchestra con i bei brani musicali e qualche momento strumentale.
E naturalmente conquista il racconto, che rende protagonisti i più poveri, la gente: “È la musica della gente Che non sarà mai più schiava!” si sente cantare sulle barricate di Parigi in “Do You Hear The People Sing?”. Lustrini e paillettes non si intravedono nemmeno ed è la prima volta che un musical dà voce agli strati più poveri della popolazione, con ex forzati, prostitute, monelli di strada, studenti squattrinati, facendoli cantare sentimenti ed emozioni tra fatti e momenti storici.
Maestosa, scritta da Victor Hugo, la storia non chiede alcun sacrificio in fatto di spettacolarità, piena di eventi e colore. E vicina alla sensibilità dei lettori, che ne avevano apprezzato l’edizione popolare con le illustrazioni approvate da Victor Hugo, autore anche di un disegno di Gavroche. Logico dunque che il romanzo prendesse vita sulla scena nei suoi colori e maestosità, toccando insieme tutti i sentimenti e le emozioni umane. C’è il peccato e la redenzione di Jean Valjean, l’amore rifiutato di Eponine e quello corrisposto di Cosette. Ci sono figure emblematiche, come Jean Valjean ingiustamente perseguitato con accanimento da Javert – il primo il popolo, l’altro le istituzioni forti – e come il Vescovo che sa perdonare, vera forza salvifica. Ma il popolo non incarna solo valori positivi: i Thénardier, che non perdono occasione per rubare, sono il prototipo della cattiveria e bassezza d’animo.
In Les Misérables ritroviamo l’aspetto sociale, con le difficolta delle donne sfruttate e la situazione di Fantine, a cui non si perdona la figlia Cosette da tenere «necessariamente» nascosta, perché avuta da un uomo che le ha abbandonate.
C’è l’aspetto storico, con la rivolta antimonarchica del giugno 1832, che gli studenti parigini come Marius vivono tra barricate e impegno politico, mentre sventolano la bandiera rossa e quella francese blu bianca rossa. C’è la morte di tanti ragazzi che credono in un ideale e combattono per questo. Temi dunque attuali nell’Ottocento esattamente come oggi.
Nel musical i sentimenti emergono con un racconto naturalmente semplificato rispetto al romanzo di Victor Hugo. Sono sentimenti vissuti in modo diverso con contrapposizione anche del registro vocale con Jean Valjean tenore e Javert baritono.
Il pubblico mostra di gradire molto questa versione semiscenica di Les Misérables, dimostrando di comprenderne il valore. Non rinuncia nemmeno a un ricordo, con selfie di fronte al pannello nel foyer, con l’immagine che per lungo tempo ha tappezzato i muri di Milano.
(Nella foto di Danny Kaan l’ensemble di Les Misérables The Arena Musical Spectacular a Milano al Teatro Arcimboldi)