Loro sono tra gli alberi. È una grande installazione, come l’ha definita il regista Mario Martone, quella dove si muovono gli attori di Romeo e Giulietta. È un intrico di rami possenti, con foglie che lanciano bagliori scintillanti. E luci che variano, a indicare i diversi momenti della giornata, fino a quelli più bui. Finché una pioggia sempre più incessante, mentre tutto diventa buio, segna la chiusura dello spettacolo. Che proprio anche grazie a queste caratteristiche conquista fin dal primo istante gli spettatori. Ma non sono certo gli unici aspetti che rendono indimenticabile questo Romeo e Giulietta ora al Piccolo Teatro Strehler.
Questa è una storia di adolescenti, con l’impeto che gli è proprio, interpretata da attori che hanno la stessa età dei protagonisti disegnati da Shakespeare. Giulietta Capuleti è la quindicenne Anita Serafini con tutta la determinazione che le viene dall’amore. È il grande amore, il primo per Giulietta, mentre Romeo lo vediamo palpitare all’inizio per Rosalina. Proprio per vedere lei Romeo si insinua nella casa Capuleti, dove è in corso una grande festa piena di luci. Ed è l’amore tra Romeo e Giulietta. Un Montecchi e una Capuleti. Due casate, un odio feroce a Verona, come ricordato all’inizio dello spettacolo.
Momenti allegri, felici diventano disperazione nel corso della storia (se davvero non la conoscete è tutta da scoprire). A Romeo e Giulietta, le loro parole e azioni, i loro comportamenti, i loro sentimenti si contrappongono i modi del padre Capuleti. Duro, chiamato «boss», diventa irascibile e aggressivo sempre più quando capisce che Giulietta non vuole sposare Paride. Si oppone al volere del padre. Piange e non per il cugino Tebaldo ucciso, come crede il padre: piange per Romeo. Ha il timore di non poterlo più rivedere. Perché Romeo è stato esiliato dopo aver ucciso Tebaldo per vendicare la morte di Mercuzio. Ancora una volta Montecchi – Capuleti, odio che diventa violenza, morte.
Una grande rissa impetuosa e dall’apparenza cruenta (con intervento della polizia) aveva caratterizzato i primi momenti dello spettacolo. E questo è un altro degli aspetti che caratterizzano questa messinscena studiata da Mario Martone. La violenza irrompe, come quella violenza che a volte funesta le nostre strade. Riferimento ai giorni nostri, naturalmente voluto e anzi esaltato dalla musica e dai costumi degli attori: jeans e maglietta, abiti in pelle in molti casi.
È una messinscena giocata sulla contemporaneità, che però non dimentica l’aderenza a Shakespeare, anche per l’età degli attori e naturalmente per la storia e lo spirito che la anima. Ed emerge una vena di magia, grazie ai filtri che hanno naturalmente un ruolo fondamentale nella storia (non aggiungiamo altro per chi davvero non la conosce). Sono filtri magici – potere di vita e di morte -, che si intravedono nelle boccette quando parte della scena si apre per mostrare l’erboristeria. È una messinscena, esaltata dalla scenografia piena di vita, e anche dall’utilizzo di tutti gli spazi del teatro, con gli attori che spesso entrano o passano dalla platea. Che sanno incarnare emozioni e passioni nel bene e nel male, nell’odio e nell’amore, nella violenza e nella dolcezza. Di fronte a un pubblico sempre più coinvolto. Partecipe.
Lo spettacolo appare come uno smeraldo con il potere della luce verde, luminosa, che irradia su tutto. Affascina, conquista. Parla di amore e morte, amore che dissolve l’odio e la violenza.
È una messinscena che Martone ha studiato senza alcuna interruzione: senza un intervallo. Così ha voluto rappresentare la tragedia di Shakespeare, offrendola come un dono agli spettatori della prima. Forse non così anche nelle successive rappresentazioni.
(Nella foto di Masiar Pasquali un momento di Romeo e Giulietta con gli attori immersi nella suggestiva ambientazione studiata dal regista Mario Martone per il Teatro Strehler).
di William Shakespeare, traduzione Chiara Lagani
adattamento e regia Mario Martone
scene Margherita Palli.
Costumi Giada Masi, luci Pasquale Mari, suono Hubert Westkemper, video Alessandro Papa, regista assistente Raffaele Di Florio, assistente alla regia Michele Bottini, Giulia Sangiorgio, casting Paola Rota.
Con (in ordine alfabetico) Alessandro Bay Rossi, Gabriele Benedetti, Leonardo Castellani, Michele Di Mauro, Raffaele Di Florio, Emanuele Maria Di Stefano, Francesco Gheghi, Jozef Gjura, Lucrezia Guidone, Licia Lanera, Anita Serafini, Benedetto Sicca, Alice Torriani e con Leonardo Arena, Giuseppe Benvegna, Francesco Chiapperini, Carmelo Crisafulli, Giacomo Gagliardini, Hagiar Ibrahim, Francesco Nigrelli, Libero Renzi, Federico Rubino e gli allievi del Corso Claudia Giannotti della Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo Teatro di Milano (Clara Bortolotti, Giada Francesca Ciabini, Ion Donà, Cecilia Fabris, Sofia Amber Redway, Caterina Sanvi, Edoardo Sabato, Simone Severini).
A Milano, Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi – M2 Lanza), dal 2 marzo al 6 aprile 2023. Orari: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì (salvo mercoledì 15 marzo, ore 15 pomeridiana per le scuole) e venerdì ore 20.30; domenica ore 16.
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Lo spettacolo si può vedere o rivedere sabato 25 novembre 2023 alle 21.15 su Rai5.
(aggiornamento del 23 novembre 2023)