La memoria ai tempi del digitale è alla base di Memory of Mankind ora al Piccolo Teatro Studio Melato. Ne è autore Marcus Lindeen, artista associato del Piccolo, che racconta di averci lavorato per 3 anni, dopo aver letto sul New York Times di un progetto per conservare la memoria dei nostri tempi scrivendone su tavolette di ceramica. Martin Kunze, che sta realizzando questo archivio, è partito dalla considerazione che il digitale non consentirà di conservare a lungo fatti e idee del presente: le generazioni future non ne sapranno nulla. L’evoluzione della tecnologia già ora non consente di leggere quanto archiviato su sistemi ormai obsoleti: basta pensare alla impossibilità di leggere ora i floppy disk.
Marcus stesso si è chiesto che cosa scriverebbe su una piastrella 20 × 20 cm: “Che cosa mi definisce? I miei sogni, l’amore per il mio compagno? Che cosa è centrale nella mia vita?”.
Memory of Mankind porta in scena attori non professionisti: sono persone la cui vita è vicina a quanto raccontato con lo spettacolo. Si rivive l’esperienza di Martin Kunze e quella di un uomo che soffre di amnesia e ogni volta che recupera la memoria è come se ricominciasse la sua vita.
Che cosa conservare si è chiesto anche un astrofisico, coinvolto in un progetto simile, deciso a realizzare sulla Luna un archivio della conoscenza umana.
La realizzazione dello spettacolo ha portato anche a indagare sul confine tra realtà e invenzione: abbiamo diritto di inventare?
A corollario dello spettacolo è un laboratorio in inglese e il giorno prima, venerdì, una conversazione all’interno del chiostro Nina Vinchi.
Spettacolo in francese con sovratitoli in italiano e inglese.
(Nella foto di Beatrice Borgers una scena da Memory of Mankind)
Memory of Mankind
Testo e regia di Marcus Lindeen
Durata 80 minuti senza intervallo
Coproduzione internazionale con il Piccolo
A Milano, Piccolo Teatro Studio Melato dal 15 al 18 gennaio 2025