L’invito è a non sentirsi semplici spettatori. Con Ritratto dell’artista da morto di Davide Carnevali (anche regista), interprete Michele Riondino, il pubblico ha la possibilità di vivere una esperienza, entrando all’interno di una scenografia con la possibilità di toccare gli oggetti che ne fanno parte. Il Piccolo Teatro Studio Melato, per le sue caratteristiche, ancor più consente di vivere il meccanismo della ricostruzione teatrale. Il meccanismo della finzione. Ed è una ricostruzione che riguarda anche lo spazio. Qui un appartamento convertito in casa-museo. Come è avvenuto in molti casi in Argentina, con appartamenti che allora erano stati espropriati a oppositori della dittatura militare Argentina. Nel 1978, visto, come si legge nel sottotitolo, in relazione con il fascismo nell’Italia del 1941.
A legare questi due momenti – storia nella Storia – è l’appartamento dove viveva un compositore argentino, che al momento della «sparizione» stava lavorando sulle partiture incomplete di un compositore ebreo, di cui si erano perse le tracce durante la seconda guerra mondiale. A indagare, tra Storia e finzione, è Michele Riondino, come già i telespettatori lo avevano visto indagare nei panni del giovane Montalbano. Ma anche forte di quella attenzione, che gli è propria, per la funzione politica dell’attore. Così a teatro si ricostruisce un momento che appare autobiografico ed è invenzione narrativa. Perché Michele Riondino va a Buenos Aires per seguire un caso giudiziario che ha al centro un appartamento acquistato da un parente dell’attore nel 1978. È uno degli appartamenti espropriati a dissidenti politici – con drammatiche conseguenze – durante la dittatura militare. Sono fatti su cui Michele Riondino vuole lavorare per realizzare uno spettacolo di teatro documentario.
Il Ritratto dell’artista da morto diventa Storia, che riguarda i diversi Paesi. Come un ponte tra due momenti di violenza. La rappresentazione teatrale diventa ricostruzione di un evento. E diventa occasione per riflettere su come si racconta la Storia e si genera la memoria storica. Insieme, vuole stimolare un punto di vista rispetto ai temi portati all’attenzione. Ed è un punto di vista – riflessione da non ignorare – che può variare in base a come vengono presentati i fatti.
In prima nazionale a Milano la nuova produzione del Piccolo Teatro nasce dall’omonimo testo scritto da Davide Carnevali. Che per portarlo a teatro usa un linguaggio naturalmente differente, risultato della considerazione che l’esperienza di un lettore è diversa da quella di uno spettatore. In più nelle rappresentazioni nei diversi Paesi tutto cambia. Così Ritratto dell’artista da morto è stato portato a Berlino con caratteristiche molto diverse da quelle studiate per il pubblico del Teatro Studio Melato. Arriverà in Francia, dove un attore che è realmente vissuto in Argentina racconterà in modo diverso rispetto a Michele Ridondino. La dittatura argentina si intreccerà nella ricostruzione teatrale francese con la guerra in Algeria.
Intorno allo spettacolo sono stati studiati molti appuntamenti Oltre la scena. Tra questi, il 27 marzo la proiezione di Garage Olimpo di Marco Bechis al cinema Beltrade. E’ invece la pallottola l’oggetto che Davide Carnevali ha scelto di mettere al centro della discussione al chiostro Nina Vinchi in via Rovello 2. E’ in programma il 29 marzo.
(Nella foto di Masiar Pasquali, Michele Riondino protagonista di Ritratto dell’artista da morto di Davide Carnevali)
Ritratto dell’artista da morto
(Italia ’41 – Argentina ’78)
scritto e diretto da Davide Carnevali
con Michele Riondino.
Scene e costumi Charlotte Pistorius; luci Luigi Biondi, Omar Scala; musiche Gianluca Misiti; assistente alla regia Virginia Landi; con la partecipazione di Gaston Polle Ansaldi.
Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa; coproduzione Comédie de Caen – CDN de Normandie; Comédie, Centre dramatique national de Reims, Théâtre de Liège.
Durata: 90 minuti circa.
A Milano, Piccolo Teatro Studio Melato (via Rivoli 6 – M2 Lanza) dal 16 marzo al 6 aprile 2023 (martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16).