Milena Vukotic e i due attori con lei, la storia, la regia e tanti temi che affiorano: è una fantastica alchimia quella che va in scena con A spasso con Daisy. La commedia, ora al Teatro Franco Parenti a Milano, vede protagonista Milena Vukotic. Con ogni battuta lei porta gli spettatori a indispettirsi, sorridere, ridere, comprendere, fino a una lacrimuccia finale.
Le reazioni di lei, uniti agli annunci alla radio, scandiscono la storia, che scorre lungo 25 anni. All’inizio, rimbrottata dal figlio perché ha distrutto l’auto (e non solo quella) con una inopportuna retromarcia, si vede appioppare un autista di colore. Milena Vukotic diventa una Daisy indisponente: è contrariata dall’essere considerata non più in grado di guidare e dunque messa di fronte alla sua età – 72 anni -, che nel 1948 era considerata ragguardevole. Quando Hoke, l’autista di colore interpretato con bella misura da Salvatore Marino, arriva, viene relegato in cucina. A non far nulla, finché lei deve andare a fare acquisti in negozio.
Lentamente si crea un rapporto di fiducia. Lei non perde la sua ironia, ma accetta l’aiuto. Lui può essere il suo autista, anche se affiorano i momenti in cui lei vuole imporsi.
La storia è raccontata anche attraverso i dettagli. La radio grammofono, che accompagna lo scorrere del tempo, annuncia la prima data, il 12 agosto 1948. Altri annunci seguiranno, fino al 1967. Il telefono sul tavolo è bianco. Sul fondo le grandi finestre mostrano un rigoglioso giardino. All’inizio.
E poi c’è l’auto: un volante improvvisato e due sedie al centro del palco, su cui loro prendono posto, basta a convincere sulla presenza dell’auto. Alla fantasia richiesta agli spettatori si contrappone la realtà del video, che appare dietro ai finestroni. In bianco e nero mostra lo scorrere della strada, piena di auto anni ‘50 in movimento tra i passanti. Ed è un video che, concorrendo a raccontare il passare del tempo, diventa a colori con le auto che continuano a scorrere. A volte dietro ai finestroni appaiono degli alberi carichi di neve. Ma Hoke è sempre lì e il rapporto con lei si trasforma. Fino alle ultime scene, quando le emozioni diventano sempre più palpabili, coinvolgendo gli spettatori.
Questa è la storia del rapporto tra due persone molto diverse per cultura e classe sociale, che alla fine si capiscono, con reciproca fiducia. Protagonisti sono una ricca signora ebrea (che non vuole apparire ricca) e l’autista di colore. Un incontro, sempre più, oltre ogni pregiudizio. Così la storia assume una ulteriore sfumatura, che affiora maggiormente da alcune parole. Lei all’inizio non capisce perché lui non possa utilizzare il bagno del distributore di benzina, ma alla fine è decisa ad andare a una cena in onore di Martin Luther King.
È un tema per noi più sotterraneo, ma facile da immaginare di rilievo per l’autore, Alfred Uhry, americano di Atlanta. Che viene sottolineato introducendo un tocco storico. Perché il banchetto celebrativo in onore di Martin Luther King, da poco insignito del Nobel per la pace, avvenne davvero ad Atlanta, il 27 gennaio 1965. Il figlio Boolie – Maximilian Nisi che si trasforma, apparendo invecchiato e con pancia – non apprezza: pensa che lo metterà in cattiva luce nell’ambiente industriale, in cui è diventato una figura di spicco. Era stato lui all’inizio a cercare per la madre un autista di colore (che scopriamo poi essere analfabeta). E’ un piccolo tocco in più per raccontare la discriminazione razziale. La radio lo dice chiaramente: siamo ad Atlanta. Negli anni 2000 le manifestazioni razziste ci sono ancora. Hanno solo cambiato obiettivo. Ma questa è un’altra storia.
L’alchimia è dunque perfetta, con una storia che nel pensiero di chi guarda arriva a sfiorare i giorni nostri. Con la regia di Guglielmo Ferro, che lascia allo spettatore il compito di cogliere questo aspetto. Insieme, lo induce a cogliere la magia del teatro con quel gioco tra reale e immaginario. Lo affascina con un ottimo cast, che si trasforma anche fisicamente per raccontare il passare degli anni. E, su tutto e tutti, una fantastica Milena Vukotic, che conquista in ogni momento, conducendo il pubblico attraverso tutti i diversi stati d’animo.
(nella foto, Milena Vukotic, Daisy, al centro, tra Maximilian Nisi, il figlio Boolie e Salvatore Marino nel ruolo di Hoke, l’autista di colore)
A spasso con Daisy
di Alfred Uhry
adattamento Mario Scaletta
con Milena Vukotic, Maximilian Nisi, Salvatore Marino
regia Guglielmo Ferro
musiche Massimiliano Pace, costumi Graziella Pera, scene Fabiana Di Marco
produzione Associazione culturale spettacoli teatrali
a Milano al Teatro Franco Parenti, 25 – 30 ottobre 2022 | Sala Grande