Lei irrompe in scena al Teatro Factory32. È trafelata: era fuori ad aspettare Augusto. È Nina e dunque questo è l’inedito inizio di una versione rinnovata di Il gabbiano di Cechov di cui Nina è protagonista? Oppure lei è l’attrice che sta per interpretarla, ma non è ancora entrata nel ruolo? Rossella Rapisarda gioca con gli spettatori grazie alla loro complicità. L’abito bianco lo lasciamo qui? Tutti d’accordo: resta con l’abito nero. E inizia il monologo che si immagina scritto da Trepliov per Nina: “Gli uomini, i leoni, le aquile e le pernici, i cervi dalle corna ramose, le oche”. Ma si ferma subito, perché le sembra che non si capisca nulla. Quando riprende e arriva alla “ultima sanguisuga” si ferma del tutto.
Come la Nina immaginata da Cechov anche lei vuole fare l’attrice. Ma con lei racconta di avere in comune solo l’essere nata su un lago. Quello di Rossella è un «entrare e uscire» dal ruolo di Nina. Soprattutto uscirne. A lei piace il teatro? chiede a uno spettatore. Con il pubblico gioca la carta della scaramanzia e del destino. Legge i tarocchi (che forse proprio tarocchi non sono) e adatta il responso ai suoi desideri. Che sono quelli di recitare. In risposta alla richiesta di uno spettatore condensa i vari atti de Il Gabbiano in poche parole (“compito esaurito”). E quando esce dal personaggio di Nina ne conserva i gesti: i pugni chiusi tra cui scegliere destra o sinistra; l’interrogativo sul futuro come attrice; la voglia di andare altrove per recitare in un grande teatro (a Mosca).
Lei ha già in mano il biglietto per il treno. Mentre se ne sente il rumore, in una scenografia che evoca la luna (quella immaginata da Cechov), Rossella sale su una sedia per iniziare il monologo di Nina, rievocando così l’atmosfera di teatro nel teatro che fa da sottofondo al Gabbiano di Cechov. Ugualmente nella pièce in scena al Factory32 affiorano altri temi. Sono quelli che fanno da substrato al dramma di Cechov, come la ricerca dell’amore, la passione per il teatro, la condizione di libertà di chi recita a teatro.
Tutto diventa tema di frizzante dialogo con il pubblico. Quando uno spettatore viene coinvolto, tra il divertimento suo e degli altri, affiorano altri riferimenti voluti da Cechov, come Shakespeare con le sue eroine Giulietta, Ofelia, Desdemona che cercano l’amore e finiscono male. È uno scambio di battute tra Rossella e gli spettatori, con ogni replica diversa. Ogni volta a conquistare è la bravura di Rossella Rapisarda nel sostenere un dialogo improvvisato, senza rimanere mai spiazzata. E sempre il risultato è di gran divertimento per il pubblico. Perché con i grandi classici si può anche giocare. E’ un modo per avvicinarli: i temi sono sempre attuali. La scelta degli autori, Rossella Rapisarda e Fabrizio Visconti, anche regista e responsabile luci, risulta vincente.
(nella foto, Rossella Rapisarda in Nina)
Nina Un soggetto per un breve racconto
di Fabrizio Visconti, Rossella Rapisarda
con Rossella Rapisarda
regia Fabrizio Visconti
scene e costumi Ulisse Pantaleone
disegno luci Fabrizio Visconti
un progetto la Gare
produzione Eccentrici Dadarò
a Milano al Teatro Factory32 (via Watt 32) dal 4 al 6 novembre 2022