Le parole sono famosissime. O capitano! Mio capitano! è il verso con cui inizia la poesia di Walt Whitman in morte e celebrazione di Lincoln. Riecheggia in L’attimo fuggente con un significato che va ben oltre quello letterale. La versione teatrale del film cult con Robin Williams, ora a Milano al Teatro Franco Parenti, lo rende palpabile.
Siamo nel 1959 in un austero college maschile americano, dove tutto è improntato a tradizione, onore, disciplina, eccellenza. Sono i quattro pilastri a cui è stato insegnato agli studenti di improntare la propria vita. Loro li ripetono e fischiettando arriva lui, il professor John Keating (Luca Bastianello). Che, pur dando del lei agli studenti, gli comunica subito entusiasmo per la poesia. Nella scuola si studiano le teorie di Jonathan Evans Pritchard, che usano ascisse e coordinate per misurare la grandezza delle poesie. «Escrementi» le definisce il professor Keating, invitando a strappare le pagine del libro. Perché la poesia è passione. Ed è importante, necessario tenere vive le passioni attraverso la poesia che dà vita alle emozioni umane.
Il verso O capitano! Mio capitano! diventa un grido di libertà. Potete rivolgervi a me con queste parole, dice il professor Keating agli studenti. Che usa i gesti per invogliarli a schierarsi contro i conformismi e scegliere punti di vista non tradizionali. E loro a poco a poco sono coinvolti. Ma l’atmosfera del college non è pronta a capirli e mettere in discussione vecchi modi di pensare. Così quando i ragazzi diventano più aperti a un nuovo modo di vivere arrivano le punizioni corporali.
Luca Bastianello riesce a trasmettere agli spettatori quelle stesse energie che il professor Keating trasmette in scena agli studenti. Rende vivo quel verso O capitano! Mio capitano! e l’importanza di vivere ogni momento intensamente, senza tradire le proprie passioni. È il «Carpe diem», di cui parla in scena.
Sono parole piene di forza, che la bella regia di Marco Iacomelli riesce a tradurre in immagini e azioni. Ambienta la storia in una scenografia che utilizza il palcoscenico con le pareti di mattoni in vista. L’attenzione è dunque concentrata su quanto avviene in scena e sulle parole pronunciate dagli attori. Tutto si svolge al centro, dove è facile immaginare la classe, ma anche i momenti di incontro tra i ragazzi, simboleggiati dalle sedie non più allineate.
Tutti i personaggi sono comunque sempre in scena: ai lati quando non sono protagonisti. Perché questa è una storia che coinvolge tutti. Anche chi non capisce o addirittura disprezza le parole e il messaggio portato avanti dal professor Keating, fatto proprio dagli studenti. Anche dagli attori della pièce, si può immaginare, che hanno dato concretezza alle loro passioni. Infatti sette di loro vengono dalla STM. Sono Daniele Bacci, Linda Caterina Fornari, Kevin Magrì, Matteo Pilia, Marco Possi, Alessandro Rizza e Adriano Voltini. Diplomati alla Scuola del Teatro Musicale non hanno rinunciato ad assecondare talento e ambizioni.
Le luci cambiando di colore ricostruiscono momenti diversi: dalle più fredde, che ben si addicono alla atmosfera rigida del collegio, fino a luci più calde rosse che avvolgono gli studenti. La bella regia accresce così il fascino dello spettacolo e ne trasmette tutta la forza, ancora viva oggi, pur a distanza di così tanti anni.
(Nella foto di Donato Migliori un momento di L’attimo fuggente, quando riecheggia il famoso “O capitano! Mio capitano!”)
L’attimo fuggente
di Tom Schulman
regia Marco Iacomelli
personaggi e interpreti: JOHN KEATING, Luca Bastianello; PAUL NOLAN, Marco Massari; SIG. PERRY, Daniele Bacci; NEIL PERRY, Nicolò Bertonelli; TODD ANDERSON, Matteo Pilia; CHARLIE DALTON, Kevin Magrì; KNOX OVERSTREET, Marco Possi; RICHARD CAMERON, Adriano Voltini; STEVEN MEEKS, Alessandro Rizza; CHRIS, Linda Caterina Fornari.
Regia associata Costanza Filaroni; scene e costumi Maria Carla Ricotti; disegno luci Valerio Tiberi, Emanuele Agliati; disegno fonico Donato Pepe; video Massimiliano Perticari; musica Marco Iacomelli, Venere; produttore esecutivo Davide Ienco
produzione STM Live
durata: 1 ora e 30 minuti
a Milano, Teatro Franco Parenti, 3 – 7 maggio 2023 (Sala Grande)
A Roma, Sala Umberto, dal 9 maggio al 14 maggio 2023