Un salto e la maschera cade di fronte all’obiettivo di Philippe Halsman. Il risultato sono foto piene di leggerezza e di allegria, che hanno fatto scuola. Realizzate secondo il jumpology queste foto compongono una sezione della grande mostra Philippe Halsman Lampo di genio esposta a Palazzo Reale a Milano dal 15 giugno al 1° settembre 2024. È una delle grandi mostre che Palazzo Reale ha dedicato negli ultimi anni alla fotografia.
Molte delle foto di Philippe Halsman esposte sono diventate famose, ma il pregio della mostra curata con molta passione da Alessandra Mauro sta nel permettere una visione ampia sull’attività del fotografo. Si scoprono i ritratti famosi di personaggi altrettanto famosi, come, per citarne solo qualcuno, un’Anna Magnani che non vuole nascondere le rughe, una giovanissima Lauren Bacall che irradia luce, Humphrey Bogart, Silvana Mangano, Ava Gardner, Brigitte Bardot, Audrey Hepburn, Cassius Clay.
Girare tra le varie sale consente belle piacevoli scoperte, che chi scrive queste note ha potuto fare con una guida d’eccezione, Irene, la figlia del fotografo. È una elegante signora 85enne, piena di spirito, che firmando disegna una figura del piccolo principe e parla anche un po’ l’italiano, perché è vissuta nel nostro Paese nel 1967. I suoi sono ricordi pieni di gioia, che rievoca con altrettanto piacere. Così si scopre che Liz Taylor era stata fotografata sedicenne per la copertina di Life con una collana con pendente un’acquamarina, che Philippe Halsman aveva preso nel cofanetto dei gioielli della moglie Yvonne.
Si scopre che aveva fotografato Marilyn Monroe nel 1949, quando non era ancora famosa, insieme a un gruppo di starlette a Hollywood (così le definisce in uno scritto presente in mostra). Quando gli venne chiesta una foto per la copertina di Life lui realizzò uno splendido ritratto di Marilyn Monroe. Era il 1952: la carriera dell’attrice decollò.
In mostra è un’altra foto in cui l’attrice salta insieme a Philippe Halsman, con un’aria giocosa e spensierata. Invitati a saltare, tutti, tra il sorpreso e il divertito, mostrano un lato più spensierato. Nasce la serie Jumpology, che comprende personaggi insospettabili, come i duchi di Windsor. Ed è una tecnica che ha fatto scuola, ripresa da altri famosi fotografi. Anche Avedon ha raccontato di averne tratto ispirazione per qualche foto.
Un’altra serie di foto è il risultato di una lunga amicizia con Salvador Dalì. Una in particolare, Dalì atomicus, è il risultato di 26 differenti scatti, con una sedia retta dalla moglie Yvonne, dei gatti che volano e una scia di acqua in aria. Una foto che richiese ogni volta il controllo del risultato in camera oscura (allora passaggio necessario in assenza del digitale) e la successiva asciugatura dei gatti fatta dalla figlia Irene e sopportata dai gatti perché premiati con pregiato pesce. C’è il ritratto di Hitchcock con un uccello posato sul lungo sigaro, una foto famosissima che immortala il regista alla fine delle riprese di Gli uccelli, mentre altre foto ritraggono la protagonista Tippi Hedren. C’è Fernandel in un numero infinito di ritratti, tutti con espressioni differenti: è il libro The Frenchman, con Fernandel che risponde alle domande di Philippe Halsman semplicemente con un’espressione del viso catturata dall’obiettivo.
Tra i ritratti c’è anche quello di un pensieroso Albert Einstein che stava parlando della bomba atomica con Philippe Halsman. E’ il suggello di una amicizia particolarmente importante per il fotografo, perché Einstein lo aveva salvato due volte. La prima quando, accusato di aver ucciso il padre, Einstein si era adoperato per farlo liberare, a patto che lasciasse l’Austria. La seconda volta lo aveva inserito in una lista speciale per poter scappare negli Stati Uniti all’arrivo dei nazisti a Parigi. Perché Halsman era nato a Riga e come lettone era inserito in una lista a numero chiuso, che non facilitava la fuga.
Quello di Einstein fu dunque quasi un lasciapassare verso una vita più felice, che lui negli anni tradusse in fotografie universalmente conosciute, utilizzate per oltre 101 copertine di Life. La mostra a Palazzo Reale presenta 100 immagini in bianco e nero e a colori che consentono di rivivere quelle atmosfere che Philippe Halsman riusciva a ricreare attraverso le sue fotografie. Splendide.
(Nella foto realizzata da Philippe Halsman a New York, nel 1959, Marilyn Monroe salta con Philippe Halsman. ©Philippe Halsman Archive 2023)
Philippe Halsman. Lampo di genio
A cura di Alessandra Mauro
Una mostra promossa da Comune di Milano – Cultura; prodotta da Palazzo Reale, Civita Mostre e Musei, Contrasto; con il sostegno di BNL – BNP Paribas, Leica Camera Italia
A Milano, Palazzo Reale (piazza Duomo), dal 15 giugno al 1° settembre 2024 (da martedì a domenica ore 10-19:30; giovedì, Ferragosto compreso, chiusura alle 22:30)