Uno strumento per conoscere e far prendere coscienza, conservare la memoria, tramandare i ricordi, emozionare e sognare. Tutto questo e altro ancora è la fotografia e il Photofestival 18th permette di scoprirlo. Con lui, diventato maggiorenne, anche il pubblico è cresciuto, scegliendo di andare oltre la definizione di bello/brutto quando guarda una foto. Piuttosto risveglia la memoria o ha la possibilità di scoprire quanto ciò di cui aveva solo sentito parlare. Succede con la mostra Le forme della passione, che ha per soggetto auto d’epoca.
A Palazzo Castiglioni fino al 25 settembre sono esposte le foto di Romana Zambon, che ha ritratto le auto lavorando poi in post produzione per togliere il fondo ed esaltare il soggetto e la sua forma. Edoardo Baj Macario invece ha puntato sui particolari, invogliando gli osservatori a ricordare o scoprire di quale auto si tratta. Nella gran parte sono auto che hanno circolato nelle strade, come Bianchina e Clio, piuttosto che Ferrari e Lamborghini. Queste però sono state esposte per due giorni a Palazzo Bovara. A permettere ricordi e scoperte è stato Marco Genovesi, responsabile di Iron Fox Garage, che ha scelto queste auto destinate, dopo accurato restauro, alla vendita agli appassionati.
Il Photofestival 18th, in programma fino al 31 ottobre 2023, coinvolge oltre 100 location tra Milano, l’hinterland cittadino e alcune località delle province di Monza, Lecco e Bergamo, che ospitano 142 mostre. Ha come tema “Aprirsi al mondo. La fotografia come impegno civile”. Proprio il valore civile della fotografia emerge guardando la mostra Siamo tutti uno. L’autore Marco Circhirillo ha infatti esposto dei ritratti di immigrati che però sono stati ricostruiti tagliando a listarelle tanti ritratti reali. Un modo per far riflettere l’osservatore sulla superficialità con cui vengono visti gli immigrati: non persone ma problema.
La mostra Il Diaframma 1967-1996: una storia italiana invece invoglia a ricordare o scoprire come è nato il rapporto tra il pubblico e la visione delle foto esposte. La mostra a Monza alla Sala espositiva Binario 7 dal 14 ottobre al 5 novembre è infatti dedicata al Diaframma, prima galleria in Europa riservata alla fotografia. Venne aperta a Milano in via Brera da Lanfranco Colombo e divenne ben presto un punto di riferimento in tema di fotografia.
Il Photofestival 18th consente di avvicinare le tante espressioni della fotografia. Permette di vedere/rivedere il lavoro di alcuni tra i fotografi più famosi, ma anche scoprire chi si sta avvicinando alla fotografia. Perché Roberto Mutti, nel suo ruolo storico di direttore artistico del Photofestival, non vuole chiudere le porte preventivamente a nessuno, pronto a valutare i lavori anche di fotografi non conosciuti: è la politica del festival che fa questo gratuitamente. In più, per il pubblico è anche l’occasione per vedere luoghi meno noti, dove sono esposte le foto. Un’occasione per fare anche delle scoperte. E’ quanto succede con il Mumac Museo della macchina per caffè del Gruppo Cimbali a Binasco, tra gli sponsor del Photofestival 18th. Qui è possibile avvicinare e scoprire il mondo delle macchine per il caffè, un made in Italy prestigioso.
A corollario delle mostre sono tante altre iniziative. Oltre alla lettura dei portfoli è in programma la visita guidata alla mostra di Robert Doisneau condotta da Roberto Mutti il 30 settembre. Sono in programma degli incontri per approfondire dei temi di attualità nel mondo della fotografia. È anche possibile scoprire come lavorano i fotografi, grazie ai caffè nei loro studi. Inoltre il Photowall, che consente una fruizione differente grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie. Per permettere un’anteprima delle mostre è il catalogo gratuito, in italiano e inglese, con indicazione dello spazio ospitante e i giorni di apertura.
Il Photofestival 18th è organizzato e promosso da Aif Associazione Italiana Foto & Digital Imaging in collaborazione con Impresa Cultura Confcommercio Milano. Qui, a Palazzo Castiglioni, dal 17 al 31 ottobre è esposta la mostra con protagoniste 15 imprese storiche. Titolo: La storia continua. Generazioni a confronto nelle imprese storiche.
(Qui una foto di Fabio Borquez. A lui è dedicata la mostra Una vita da fotografo esposta dal 20 settembre all’8 ottobre al Centro Culturale di Milano in largo Corsia dei Servi 4. È la prima personale italiana del fotografo argentino)