La realtà come in uno specchio. Mostrata, raccontata, interpretata, deformata è protagonista delle produzioni del Piccolo Teatro di Milano, che compongono la stagione 2022-2023. Intitolata La misura delle cose è una stagione che non dimentica di coinvolgere le periferie, di rivolgersi a un pubblico nuovo e anche giovanissimo e collabora con istituzioni diverse. In quest’ottica è la recente andata in scena di Gardenia allo Strehler nell’ambito dei festeggiamenti per i 50 anni del Teatro Franco Parenti. Tutto questo in nome di una cultura che possa traghettarci verso il futuro e un futuro migliore. Molto ampia e articolata, ci porta fino alla vigilia dell’estate, come i lunghi anni di pandemia ci avevano disabituato. Claudio Longhi sottolinea l’intenzione di “consegnare agli spettatori un ricco e multiforme catalogo di possibilità di articolazione della relazione vita/teatro e di modi di intenderla”.
Quella considerata dalle produzioni del Piccolo Teatro è una realtà da guardare aldilà del testo originale con Hedda. Gabler. come una pistola carica (1-22.12, Studio Melato). Oppure da vivere attraverso il linguaggio della poesia con Tre modi per non morire, messo in scena da Toni Servillo, che evoca Baudelaire, Dante e i poeti greci (Studio, 11-22 gennaio). Oppure si può scoprire che guardando le cose da lontano si vedono meglio. È un percorso in cui ci porta Il barone rampante, per la prima volta, dopo la morte dell’autore, trasposto a teatro (Grassi, 20 gennaio – 5 febbraio) in seguito alla concessione dei diritti da parte della figlia di Italo Calvino. Come una indagine vertiginosa sull’amore è Anatomia di un suicidio di Alice Birch, per la prima volta in scena in Italia al Teatro Grassi, secondo il progetto di lacasadargilla (23 febbraio – 19 marzo).
Pascal Rambert con il suo Prima ci porta invece tra una compagnia teatrale impegnata a mettere in scena un testo ispirato alla battaglia di San Romano di Paolo Uccello (Grassi, 29 aprile – 28 maggio). Un viaggio tra le pagine scritte da Testori con tema la biografia di Luchino Visconti è Luchino, che vede Umberto Orsini impegnato allo Strehler nella lettura della biografia ritrovata (15 maggio).
Altro grande classico è Romeo e Giulietta dal 2 marzo al 6 aprile allo Strehler, che rappresenta la prima regia di Mario Martone al Piccolo.
Questa stagione permette anche di recuperare alcuni spettacoli di cui erano state annullate delle repliche causa Covid. Si potrà così rivedere M il figlio del secolo dal 28 settembre al 16 ottobre, che Massimo Popolizio ha tratto dal romanzo di Scurati; Hamlet con la regia di Latella a ottobre; Carbonio di Pier Lorenzo Pisano. E, quasi doverosa riproposta a chiusura dell’anno celebrativo di Strehler, l’Arlecchino.
In cartellone troviamo anche dei testi che possiamo definire di teatro documentario. Così Ritratto dell’artista da morto parla delle sparizioni nelle dittature del 900: dall’Italia del ‘41 all’Argentina del ’78 al Teatro Studio Melato (16 marzo – 6 aprile). Nello stesso Teatro, Depois do silêncio, altra coproduzione internazionale, attraverso il testo e la regia di Christiane Jatahy ci porta negli orrori del Brasile, tra Bolsonaro e la devastazione dell’Amazzonia (16 – 18 maggio). Mentre grandi e piccole Storie sono narrate da Stefano Massini con le musiche dal vivo di Paolo Jannacci e Daniele Moretto (23 – 28 maggio, Teatro Studio Melato). Con Davide Enia siamo invece alla gioia della vittoria evocata con Italia Brasile 3 a 2 Il ritorno (8-20.11, Teatro Grassi).
Lino Guanciale con Europeana ripercorre tragedie e farse del novecento (dal 21 marzo al 2 aprile al Teatro Grassi). Siamo così alle ospitalità. Tra queste troviamo Il Crogiuolo di Arthur Miller con la regia di Filippo Dini (1-10 novembre allo Strehler) e, dello stesso autore, Uno sguardo dal ponte con la regia di Massimo Popolizio dal 9 al 21 maggio allo Strehler; Processo Galileo firmato da Andrea de Rosa e Carmelo Rifici dal 10 al 15 gennaio allo Strehler; Il gabbiano con la regia di Leonardo Lidi che inizia così un progetto dedicato a Čechov (Strehler, 11 – 16 aprile). Evento, opera rock di David Bowie, si annuncia Lazarus con Manuel Agnelli diretto da Valter Malosti. E’ dal 23 al 28 maggio allo Strehler.
Nel cartellone, che è comunque molto più ampio, troviamo anche una passeggiata podcast, che ci porta nella realtà di Milano, dal titolo Città Sola. Inoltre il progetto Il teatro tiene Banco, con spettacoli studiati per un pubblico in età scolare.
L’attività del Piccolo non si esaurisce sul palcoscenico. Così sono previsti incontri, attività formative e la collaborazione con il Saggiatore per la pubblicazione di testi di teatro.
(nelle foto di Masiar Pasquali, Claudio Longhi al Teatro Strehler, anche in una particolare vista dell’interno)