Dal Piccolo di Milano per riflettere sull’Europa attraverso la lente d’ingrandimento del teatro. Così si propone Presente Indicativo, il festival internazionale di teatro con sottotitolo Milano Porta Europa. In programma dal 4 al 19 maggio 2024, come Teatro d’Europa, coinvolgerà tutte le sale del Piccolo e la città stessa. Sarà dunque un modo per indagare il presente e il futuro dell’Europa. Occasione per conoscere i lavori di compagnie italiane e internazionali e far conoscere oltre confine il modo di vedere il teatro che anima la scena italiana. Sarà anche occasione per indagare su come evolve la scena teatrale, con nuovi linguaggi e intersecazione tra questi. Con la coscienza che il teatro ha anche un importante risvolto economico, sia per il numero di addetti che nelle diverse posizioni coinvolge, ma anche per un indotto che si misura in attività collaterali.
In una sola città, concentrati in 16 giorni, con Presente Indicativo sarà possibile vedere spettacoli che vengono da Francia, Polonia, Portogallo, Spagna, Argentina, Cile, Regno Unito e naturalmente Italia.
Chi non è milanese, in particolare, avrà la possibilità di scoprire spazi teatrali molto diversi tra loro e come questi possono influenzare la messinscena di uno spettacolo e il conseguente rapporto con il pubblico.
L’inaugurazione di Presente Indicativo è il 4 e 5 maggio con Caroline Guiela Nguyen e il suo Saigon che interseca la Saigon del 1956 con l’allontanamento dei francesi e la Parigi del 1996 con l’autorizzazione a ritornare nel Paese natale. Ugualmente al Teatro Strehler (9-11.5) è The Confessions di Alexander Zeldin, che ha al centro una donna tra 1943 e 2021. Si prosegue dal 16 al 18 maggio con Rohtko del polacco Lukasz Twarkowski, che parla di reale e virtuale partendo dalla vendita per 8 milioni di dollari di un dipinto di Rothko rivelatosi falso.
Lo spazio dello Studio Melato offre agli spettatori una varietà in fatto di linguaggi scenici e di temi. Tra prosa e danza sono gli spettacoli di Marco D’Agostin con First Love che racconta l’amore per lo sci di fondo e Gli anni su tempo e memoria (entrambi 4 e 5); Avalanche (6 e 7) per ricostruire l’umanità dopo la valanga. Allo Studio Melato sono anche due spettacoli che vengono dal Sudamerica. Sono La Obra di Mariano Pensotti, dal 10 al 12 maggio, con una storia tra realtà e finzione ambientata in Argentina; La Posibilidad de la ternura della compagnia cilena Teatro La Re-Sentida su un gruppo di ragazzi decisi a contrapporre la tenerezza all’aggressività (14-15). Un invito a contrapporsi alla violenza viene anche da 21 donne ucraine, bielorusse e polacche protagoniste di Mothers A song for wartime di Marta Górnicka il 18 e 19 maggio.
Al Teatro Grassi continua fino al 5 maggio la programmazione di Durante di Pascal Rambert, secondo capitolo del suo trittico.
Dall’Argentina dall’8 al 10 maggio arriva La voluntad de creer di Pablo Messiez sull’importanza di credere.
Nell’anniversario della fondazione del Piccolo, il 14 maggio, va in scena La douleur secondo la regia di Patrice Chéreau, uno dei registi che aveva dato un importante apporto al Piccolo Teatro.
In chiusura del festival Presente Indicativo, Nina di Fanny & Alexander dedicato a Nina Simone.
Il festival raggiunge anche altri spazi milanesi. E’ il caso di Frankenstein, la performance con la regia di Filippo Andreatta (4 e 5 maggio, Assab One). Alla Palazzina dei Bagni Misteriosi al Teatro Franco Parenti il 7 e 8 maggio è in programma Entrelinhas del portoghese Tiago Rodrigues, che ha al centro le lettere di un carcerato scritte tra le righe dell’Edipo re. Si propone invece come una camminata alla scoperta dei cambiamenti della periferia milanese la performance Limited Edition proposta da Davide Carnevali dal 10 al 12 maggio.
Gli spettacoli sono in lingua originale con sopratitoli in italiano e inglese.
A completamento del festival sono incontri e iniziative anche negli spazi in giro per Milano.
(Nella foto di Jean Louis Fernandez, una scena di Saigon al Teatro Strehler per il festival Presente Indicativo)