Un filo di ironia in grado di suscitare sorrisi negli osservatori. E’ la mostra “Quasi per gioco” a Fortunago, in provincia di Pavia. Con sottotitolo “Dal Pop al concettualismo ironico Aspetti della ricerca artistica tra ironia e leggerezza” è a Palazzo Comunale, aperta fino al 10 luglio. Nelle sale in piazza Aldo Moro è possibile vedere le opere di Corrado Bonomi, Dario Brevi, Gianni Cella, Stefano Pizzi e Aldo Spoldi. Cinque per ogni artista, sono realizzate con diverse tecniche e diversi materiali, come legno, plastica, vetroresina, forex, tessuto e ceramica. Uniti da una stessa poetica i cinque autori lasciano al visitatore la piena libertà di cogliere il significato di ogni singola opera d’arte. Ed ecco l’avverbio “quasi” del titolo per far capire che il gioco sottende dell’altro.
La mostra Quasi per gioco è curata da Pino Jelo, che dice: «Nei lavori degli artisti che espongono è presente l’eredità di quella grande stagione delle avanguardie storiche e in particolare della straordinaria esperienza dadaista che di fatto apre a tutta la libertà espressiva che anima il Novecento. In questa mostra si coglie l’importante novità, introdotta da Duchamp, che un’opera d’arte può donare all’osservatore un godimento estetico, non solo grazie alla percezione visiva delle sue fattezze, ma anche quando essa è un banale oggetto d’uso quotidiano, che grazie a piccoli interventi o al titolo stesso, può portare a uno spostamento di senso tale da meravigliare e suggestionare il pensiero dell’osservatore, pensiero che diventa la sede del piacere estetico».
«Il sottotitolo della mostra, che precisa gli aspetti di una ricerca artistica tra ironia e leggerezza, completa il pensiero comunicativo della mostra – si legge nella presentazione -, ponendo nell’ironia e nella leggerezza gli strumenti fondamentali per una rilettura del mondo. Non è il disincanto verso la possibilità di incidere positivamente sulla storia, bensì il bisogno di libertà dell’individuo rispetto alla storia, il suggerimento di una nuova possibilità di libera espressione dell’artista e dell’uomo. Le opere esposte hanno tutte una forte accezione semiotica e sono l’espressione di quella nuova frontiera dell’arte che si esprime attraverso grafica, fumetto, design. Senza per questo essere meno incisiva e profonda dell’arte tradizionalmente considerata “colta”».
Per il pubblico, visitando la mostra sabato e domenica (ore 16-19, altri giorni su appuntamento), è l’occasione per scoprire quanto un’opera d’arte possa comunicare. A patto di godere le opere senza voler fare raffronti con modelli classici.
La mostra è proposta da Fortunago in Arte. L’associazione dal 1996 promuove l’arte in ogni sua forma nel borgo oltrepadano sulle colline che dividono le valli del Coppa e Ardivestra.
(Nella foto, l’opera di Dario Brevi, Tra le righe delle foglie sono scritte le storie – cap. XXVI Omaggio a J. Prevert. Realizzata nel 2019 è in materiale vinilico su pannello mdf, 74×75 cm. È esposta nella mostra Quasi per gioco)