Per gli spettatori sarà una esperienza. Lo è stata anche per l’autore Roy Chen, che proprio dopo una esperienza personale ha scritto il testo Chi come me. Il nuovo spettacolo di Andreé Ruth Shammah è l’adattamento dal testo di Roy Chen studiato su misura per la sala A2A del Teatro Franco Parenti. È la nuovissima sala che già nel nome parla di energia. È quella che dà a tutta Milano. Ed è l’energia che viene dal teatro: vivifica, capace di dare la forza per resistere alle difficoltà in un momento in cui queste sembrano moltiplicarsi. Sono le difficoltà che sentono anche gli adolescenti davanti a un futuro denso di interrogativi. Ancor più li sentono i protagonisti, che hanno ispirato Chi come me.
Sono ragazzi ospiti di un centro di salute mentale, che nell’incontro con il teatro, proposto da un insegnante, riescono ad aprirsi agli altri rendendo manifeste le loro difficoltà. Roy Chen ha incontrato questa realtà: la sua esperienza è diventata un testo. Riadattato per il teatro e per la versione italiana è ora una esperienza anche per gli spettatori, che vedono questi ragazzi tra loro, in lettini accanto alle poltrone, nella sala A2A. La distanza fisica totalmente annullata accresce l’emozione per il pubblico. Una esperienza, dunque. Un incontro con storie molto intime.
Il teatro permette incontri, suscita dialoghi. Guarisce chi lo fa, come questi ragazzi, ma anche chi assiste. In scena, a vestire i panni degli adolescenti che aveva incontrato Roy Chen, sono altri ragazzi che si sono immedesimati con le rispettive storie. Ora dai loro lettini suscitano nel pubblico una temporanea immedesimazione, che diventa occasione per capire.
In scena troviamo il dottor Baumann, interpretato da Paolo Briguglia, che vede questo testo – «finalmente un testo che parla di ragazzi» – come fautore di speranza.
Gli adulti sono portati in scena da attori che il pubblico ha imparato ad amare negli anni, attraverso spettacoli di rilievo. Così Elena Lietti e Pietro Micci erano i protagonisti di Costellazioni. Ora quest’ultimo e Sara Bertelà sono i genitori, di volta in volta, di tutti i ragazzi. Sono ruoli importanti, dice Pietro Micci, che, genitore anche lui, capisce che questi sono disarmati, incapaci di comprendere i loro figli. Anche Sara Bertelà, da madre del 16enne Nicolò che cerca di ascoltare, capisce le difficoltà e le paure per il futuro dei coetanei di suo figlio. Nel ruolo di Dorit, la nuova insegnante di teatro, è Elena Lietti, che crede nel potere terapeutico del teatro.
Cinque sono i ragazzi al centro della storia. Tutti personaggi problematici. Alia Stegani, interpreta Ester (13 anni) con un problema di schizofrenia: il teatro le offre la possibilità di esprimersi. Togliendo quella maschera di leone che le hanno dato da indossare trova la forza dentro di sé. Come Alia anche Federico Di Giacomo viene da Teatro Possibili. Che «Quando ho visto il Misantropo – racconta – ho capito che questo è il mio posto». In questo testo, che definisce un diamante, è Emanuel (14 anni). Affetto da Asperger vive in un mondo tutto suo, ma poi succede qualcosa.
Amy Boda è Tamara/Tom (15 anni) che ha problemi con il suo corpo. Canta in modo meraviglioso, tiene in mano un ukulele, ma sente che le fattezze esteriori del suo corpo non corrispondono al suo sentire.
Il 21enne Samuele Poma interpreta il ruolo di Barak (16 anni). Parla di solitudine, di entusiasmo smorzato e racconta di aver visto ragazzi violenti diventare gentili grazie all’arte.
Il personaggio più complesso appare la 17enne Alma. La interpreta Chiara Ferrara, che, reduce dall’aver lavorato con Antonio Latella in Wonder Woman, si dichiara emozionatissima. Questo testo, dice, ricorda l’importanza di un abbraccio, non necessariamente fisico. La stessa sala A2A è un abbraccio, scenografia essa stessa, formata dagli spettatori e i ragazzi nei lettini intervallati con le poltroncine.
(Nella foto, la nuovissima Sala A2A al Teatro Franco Parenti, dove è in scena Chi come me. E’ anche scenografia dello spettacolo, con gli attori nei lettini accanto agli spettatori)
Chi come me
di Roy Chen
adattamento, regia e costumi Andrée Ruth Shammah
traduzione dall’ebraico Shulim Vogelmann
con in o.a. Sara Bertelà, Paolo Briguglia, Elena Lietti, Pietro Micci
e con Amy Boda, Federico De Giacomo, Chiara Ferrara, Samuele Poma, Alia Stegani
allestimento scenico Polina Adamov; luci Oscar Frosio
musiche di Brahms, Debussy, Vivaldi, Saint-Saëns, Schubert … e Michele Tadini
assistente alla regia Diletta Ferruzzi; assistente allo spettacolo Beatrice Cazzaro; consulenza vocale Francesca Della Monica; direttore dell’allestimento Alberto Accalai; direttore di scena Paolo Roda – elettricista Domenico Ferrari; fonico Marco Introini– sarta Marta Merico; scene costruite da Riccardo Scanarotti – laboratorio del Teatro Franco Parenti; costumi realizzati da Simona Dondoni – sartoria del Teatro Franco Parenti; gradinate costruite da Pietro Molinaro – Scena4. Si ringrazia Bianca Ambrosio per averci fatto conoscere Roy Chen
Produzione Teatro Franco Parenti
A Milano, Teatro Franco Parenti – sala A2A, 5 – 6 – 7 aprile previews, 9 aprile Prima Nazionale, in scena fino al 4 maggio 2024