Una bellezza grande 6 milioni di kmq. E’ l’Amazzonia. La grande mostra Sebastião Salgado Amazônia rende evidente proprio questo e come conseguenza permette di comprendere quanto sia importante proteggerla. Esposta a Milano alla Fabbrica del Vapore fino al 19 novembre 2023 permette di scoprire la varietà e la ricchezza del suo ecosistema attraverso oltre 200 foto. Si scoprono le foreste, con oltre 16 mila specie di alberi e piante dalla eccezionali proprietà medicinali. Ma ci sono anche montagne e arcipelaghi e i fiumi aerei, da cui dipende l’umidità dell’aria, un aspetto meno immaginabile.
In 7 anni Sebastião Salgado ha compiuto 58 viaggi, durante i quali ha incontrato anche le popolazioni locali. Secondo i calcoli sono oltre 200 tribù, ma molte non hanno mai avuto rapporti con occidentali. Parlano oltre 186 lingue e c’è una grande diversità di culture, che può significare nessuna o una profonda religiosità. La mostra permette di scoprire alcune di queste tribù. Vi sono ritratti, che Salgado ha scelto di fare su fondo uniforme nero. Risaltano così la cultura, i tatuaggi, orecchini e monili degli indigeni, che altrimenti, fotografati nella foresta, sarebbero mimetizzati. Queste foto sono in isole centrali, che richiamano le ocas, le abitazioni delle popolazioni indigene. Qui si sentono anche le loro voci. Nei video alcuni indigeni raccontano la loro cultura, ma anche come hanno cercato di distruggerli. «Stanno distruggendo la nostra foresta» dice una indigena. Un altro aggiunge «Sono preoccupato per quanto sto vedendo».
Sebastião Salgado ha fatto una scelta diversa. Ha evitato di mostrare le distruzioni provocate, con grandi terreni rovinati dalle coltivazioni intensive. In una sala all’interno della mostra è presentato il progetto Zurich Forest. Prevede, come ricorda Giovanni Giuliani, Chief Executive Officer Zurich Italia di «sostenere anche il progetto dei Salgado di ripristino di una parte della foresta atlantica brasiliana, piantando con loro un milione di alberi».
Il resto della mostra punta a render evidente la bellezza della Amazzonia, per far capire l’importanza di salvaguardarla. È una responsabilità che riguarda tutti.
«Queste immagini vogliono essere una testimonianza di ciò che ancora esiste, prima che possa scomparire. Perché la vita e la natura possano avere la meglio sul saccheggio e la distruzione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela». Lo dicono Sebastião Salgado e Lélia Wanick Salgado, sua moglie, con lui nei viaggi in Amazzonia. Ha curato anche la mostra in grado di coinvolgere l’osservatore. Tutte foto b/n a grandi dimensioni, contro le pareti. Altre appese, in modo che scendano dall’alto, facendo sentire chi gira come se entrasse nella foresta. Accanto alle foto sono grandi pannelli esplicativi. Uno permette di scoprire quanto successo nei secoli: dapprima “Inferno Verde”, da cui molti esploratori non erano più usciti, oggi minacciata nella sopravvivenza.
E’ una mostra che coinvolge tutti i sensi. Girando – importante prestarvi attenzione – ci si sente immersi nei suoni della foresta pluviale. Come una sinfonia curata da Jean-Michel Jarre. Per la prima vota una mostra permette di scoprire le immagini anche ai non vedenti. L’iniziativa Amazônia Touch prevede immagini tattili realizzate su lastre di ottone. Sono ventuno tavole in resina acrilica e minerali naturali che permettono di sperimentare la lettura tattile.
L’immersione nella foresta amazzonica è dunque totale.
Salgado ha da tempo uno stretto rapporto di amicizia con Milano. Per questo motivo e per la sua attenzione a temi cruciali sociali e ambientali, che questa mostra ben evidenzia, il sindaco di Milano Giuseppe Sala gli ha conferito il Sigillo della Città.
(Nella foto di Sebastião Salgado l’Arcipelago fluviale di Mariuá. Rio Negro. Stato di Amazonas, Brasile, 2019 © Sebastião Salgado /Contrasto)
Sebastião Salgado. Amazônia
A cura di Lélia Wanick Salgado
Una mostra promossa da Comune di Milano, Fabbrica del Vapore
A Milano, Fabbrica del Vapore (via Procaccini 4) dal 12 maggio al 19 novembre 2023
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Prorogata fino al 28 gennaio 2024
(aggiornamento dell’8 novembre 2023)