La fotografia come strumento. La considerazione è alla base di SI Fest a Savignano sul Rubicone. Il festival è in programma il 9-10-11 settembre con la possibilità di visitare le mostre anche il 17-18 settembre e 1-2 ottobre 2022. Arrivato alla 31ª edizione il festival di fotografia di Savignano sul Rubicone, intitolato quest’anno Asinelli solitari, con una citazione da Il caos di Pier Paolo Pasolini, ha ora un nuovo direttore artistico (anche se lui rifiuta questa definizione). È Alex Majoli, famoso fotografo a livello internazionale e nativo di Ravenna. Ha scelto di considerare la fotografia come uno strumento che può aiutare gli insegnanti ad affrontare le diverse materie con gli allievi.
Una sezione prevede delle mostre suddivise per materie scolastiche, dalla storia alla musica, dalla letteratura alla scienza, alla fisica, alla matematica, alla geografia. È un concetto molto vicino a quanto diceva Marco Pesaresi. Fotografo molto famoso, ancora ricordato con stima a 21 anni dalla morte, diceva che le fotografie non si guardano, si leggono: ogni foto racconta qualcosa. L’anno scorso sua madre Isa Perlazzini ha donato l’archivio di Marco al Comune di Savignano. Così le foto concesse dal Comune formano uno spettacolo in programma il 9 settembre al Cinema Teatro Moderno dal titolo il Metro di Marco. Si vuole così ricordare la distanza che percorreva con i suoi viaggi, ma anche l’attenzione dedicata alle metropolitane di varie parti del mondo che aveva reso protagoniste di servizi fotografici. Lo spettacolo consente una raccolta fondi in favore dell’Hospice di Savignano (a cura del Rotary Club Valle del Rubicone).
L’indagine di materie scolastiche attraverso la fotografia prevede le scienze raccontate con Morire di classe, storico fotolibro con cui Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin hanno dato slancio alla campagna di Franco Basaglia per la chiusura dei manicomi. La matematica è affidata al fotografo inglese Stephen Gill e al suo A Series of Disappointments, ironica riflessione sul potere dei numeri nelle vite degli scommettitori londinesi. Di fisica tratta il newyorkese Stanley Greenberg, presente con alcune foto da Telescopes e Time Machines, serie dedicate agli strumenti di osservazione dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo, dai buchi neri ai neutrini. Per la biologia, la geografia e la religione, il campo di indagine si allarga al linguaggio video con Nsenene di Michele Sibiloni, reportage sulla caccia alle cavallette in Uganda. Almost Every Picture #2 di Erik Kessels è il racconto di lunghissimi viaggi in taxi verso le mete turistiche europee. Terremoto Santo di Bárbara Wagner & Benjamin de Burca è una indagine sulla potente comunità evangelica brasiliana.
La mostra di storia è invece una collettiva che ripercorre gli avvenimenti degli ultimi vent’anni, dall’attacco alle Twin Towers in poi. Lo fa attraverso immagini di diverse agenzie (fra le altre Associated Press, Magnum Photos, Reuters). C’è anche un esempio di fotografia automatica, con una selezione di fotofinish olimpici che al valore storico-sportivo affiancano un’eleganza formale degna di opere d’arte (educazione fisica).
A completare il programma sono varie altre mostre di rilievo internazionale. Tra gli autori, Lee Miller, Gunner Stahl, Jim Goldberg, Duane Michals. Altri fotografi internazionali esplorano culture scolastiche e universi giovanili distantissimi. Con Taliban, Thomas Dworzak raccoglie alcuni ritratti privati degli studenti-guerrieri afgani, sostenitori di un regime che appena salito al potere ha vietato la fotografia, ma immortalati in pose vezzose e coloratissimi scatti ritoccati a mano. In The Yoshida Dormitory, Kanta Nomura si avventura nel più antico studentato universitario giapponese, a lungo autogestito e poi abbandonato al suo destino, scoprendo una camera oscura dimenticata da anni. Attraverso Early Works, Ivars Gravlejs mette in mostra il suo eccentrico fotodiario scolastico, assemblato nella Lettonia post-comunista degli anni Novanta.
Nella foto di Marta Erika Antonioli e Elena Padovan, un momento della presentazione ufficiale del nuovo direttore artistico di SI FEST, Alex Majoli, alla città, nel giardino della scuola elementare Dante Alighieri di Savignano sul Rubicone (FC)