Stefano Massini e Mein Kampf, conoscere per difendersi

L’ignoranza genera mostri. La conoscenza invece è come una bussola che permette di orientarsi consapevolmente nel mondo. Così Stefano Massini porta in scena al Teatro Strehler Mein Kampf come un’indagine lucidissima e spietata sul potere delle parole e le loro conseguenze. È come quando si fa un vaccino, spiega, quando si inocula una forma depotenziata del virus perché il sistema immunitario lo riconosca e possa non rimanerne vittima. Io faccio lo stesso, aggiunge, facendo risuonare quelle parole perché siano riconosciute.

La premessa è fondamentale per capire il senso di questa operazione. Perché le parole in questione sono quelle dettate da Hitler nel 1924, quando era in prigione per un tentativo di insurrezione. Il libro è una monumentale autobiografia, in cui sceglie di raffigurarsi come un underdog, si direbbe oggi. Si dichiara contro il lavoro impiegatizio, incapace di accettare una vita normale. Come un frustrato invasato, retorico, senza punteggiatura procede tra inutili ripetizioni, invettive contro tutto e tutti, Gesù compreso, affermazioni deliranti. Le masse sono bambini impauriti, dice. Ed ecco il senso della locandina dello spettacolo.

Stefano Massini porta in scena queste parole dal Mein Kampf, dai comizi e dalle Conversazioni a tavola, senza riferimenti iconografici e caricature. Sono le parole a generare reazioni, a dimostrazione di quanto la conoscenza sia fondamentale per non lasciarsi indottrinare: è un antidoto alla manipolazione. Chi ha questo compito se non il teatro, che è riflessione sulla parola?

Dal Mein Kampf è nato un progetto politico: «testo maledetto, culla funesta dell’ideologia nazionalsocialista» è stato definito con una perfetta sintesi. È stato un libro che ha portato al rogo di milioni di libri (e non solo). Ed è stato l’unico caso laico di un libro proibito. In Germania è stato pubblicato nel 2016 quando, a settant’anni dalla morte dell’autore, sono scaduti i diritti ed è stata decisa la pubblicazione con ampie note e commenti a margine. A motivare questa decisione è stata la considerazione che la conoscenza è indispensabile per evitare il ripetersi della catastrofe.

La proibizione, il divieto a possedere una copia di questo libro “maledetto” ne aveva moltiplicato il fascino. Ecco dunque che il teatro porta la conoscenza come antidoto. Diventa anche un’arma per evitare che, causa inconsapevolezza, si segua chi sa presentarsi bene, capace di parlare alla “pancia” della gente. E se fosse qualcuno deciso a strumentalizzare gli altri per propri scopi?

«E’ il mio spettacolo più pericoloso – rivela ora Stefano Massini -, ma per me il più necessario, perché credo al ruolo politico del teatro».

«Mosaico dei codici e delle trappole del linguaggio della propaganda – commenta Claudio Longhi, Direttore del Piccolo Teatro di Milano -, lo spettacolo, che vede uniti nell’impegno produttivo il Teatro Stabile di Bolzano e il Piccolo, è una riflessione sul potere che ha la parola di tracciare un solco profondo nel terreno della Storia e sul valore radicale e fondativo della democrazia, luogo nel quale la parola si fa dialogo e confronto, smettendo di essere rabbioso, barocco, solitario atto di persuasione, di aggressione, di manipolazione».

Anche per questo spettacolo il Piccolo Teatro ha programmato degli incontri pre-spettacolo il 10 e il 24 ottobre e un dialogo tra Stefano Massini e Federico Fubini il 16 ottobre, in questo caso al chiostro Nina Vinchi.

(Nella foto di Masiar Pasquali, tra i libri, Stefano Massini in Mein Kampf)

Mein Kampf

di e con Stefano Massini, da Adolf Hitler

scene Paolo Di Benedetto, luci Manuel Frenda, costumi Micol Joanka Medda, ambienti sonori Andrea Baggio

produzione Teatro Stabile di Bolzano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana

a Milano, Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi – M2 Lanza), dall’8 al 27 ottobre 2024 (martedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30; domenica, ore 16; lunedì e giovedì riposo).

Durata: 80 minuti senza intervallo.

Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro