Un centesimo anniversario rilevante, da ricordare, certo non da celebrare, influenza parte della stagione 2022-2023 del Teatro della Cooperativa, che, come indica il nome, rappresenta l’anima culturale della Cooperativa Abitare a Niguarda.
Così la stagione apre il 20 e 22 ottobre con Gorla fermata Gorla, che intende ricordare un drammatico episodio della guerra, con 184 bambini uccisi da una bomba caduta su una scuola il 20 ottobre del 1944. Ricordare quel ventennio significa anche celebrare il ruolo delle donne, non particolarmente conosciuto. La loro importanza nella resistenza appare in Matilde e il tram per San Vittore, dal 24 al 29 gennaio, di Renato Sarti anche regista. Le donne si opposero anche in altri modi così Giovinette con sottotitolo Le calciatrici che sfidarono il duce dal 22 al 27 novembre ricorda quelle ragazze che giocavano a calcio, ma furono costrette a smettere perché allora non era previsto che le donne avessero un ruolo di questo genere.
La storia italiana conosce anche altri momenti drammatici. Così Nell’occhio del labirinto Apologia di Enzo Tortora dal 31 gennaio al 5 febbraio ricorda quel drammatico momento con l’arresto di Enzo Tortora per una accusa assolutamente falsa. Con Poco più di un fatto personale dal 2 al 6 maggio si ricordano gli omicidi delle belve di Satana. Altro momento drammatico è rivissuto con Naufraghi senza volto, ospitato dal 20 al 25 gennaio al Piccolo Teatro Grassi legato alla morte in mare di 560 emigranti a cui ora l’anatomopatologo Cristina Cattaneo sta cercando di dare un nome.
Offrire un punto di vista differente è un altro dei propositi del Teatro della Cooperativa. Così è il punto di vista dei parenti di chi è morto in piazza Fontana il 12 dicembre 1969 quello raccontato con Il rumore del silenzio di Renato Sarti, anche in scena con Laura Curino, dal 12 al 18 dicembre.
Ed è una visione della commedia molto diversa dalla nostra quella proposta con Line di Horovitz, che ritorna al Teatro della Cooperativa dal 3 al 12 marzo.
Lo sguardo fuori dei nostri confini riguarda anche l’aspetto musicale con due spettacoli legati a Brassens.
Si guarda ugualmente fuori dall’Italia, ma in modo molto diverso, con Utoya di Edoardo Erba e la regia di Serena Sinigaglia riproposto dal 23 al 28 maggio per raccontare senza sangue uno storico drammatico fatto di sangue in Norvegia. Siamo invece nella Berlino del 1933, allora capitale della trasgressione e del cabaret, con lo spettacolo Tutto è kabarett dal 26 al 30 aprile. Il cabaret ha un ruolo importante in questa stagione grazie a Flavio Oreglio, che dal suo archivio del cabaret estrae lo spettacolo Alla ricerca del cabaret perduto dal 14 al 19 febbraio.
Il comico è anche un filone ben presente nella stagione del Teatro della Cooperativa. Considerato un modo per rinsaldare i rapporti tra gli abitanti di Niguarda prevede degli spettacoli in grado di far sorridere in vari modi. Si ride con Debora Villa con vari appuntamenti il lunedì. Si ride sulla infertilità maschile dal 24 marzo al 2 aprile. Ma si ride anche con un grande classico di Dario Fo e Franca Rame, Coppia aperta quasi spalancata, che vede in scena Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno il 29 maggio al teatro Carcano. Non è l’unico caso in cui il Teatro della Cooperativa porta i propri spettatori fuori dalla sala. Terra rossa terra buona è una performance itinerante audioguidata nel quartiere di Niguarda.
(nella foto di Barbara Rocca, Simone Tudda protagonista di Nell’occhio del labirinto Apologia di Enzo Tortora)