Capannori, nel fittissimo calendario dei festival estivi, si distingue per Tempi Moderni, manifestazione ideata e organizzata da Roberto Castello. Troviamo qui fuse intimamente insieme le caratteristiche della socialità e della festa. Giunti al quarto anno di allestimenti le specifiche peculiarità ne fanno una sorta di unicum, un non-festival ormai ben delineato negli intenti e nelle prospettive. Per capirne i connotati bisogna partire dalle particolarità geografiche (e storiche) del territorio.
Capannori è un territorio alto-collinare di transizione, tra Lucca e Pistoia in Toscana e l’Emilia al Nord oltre lo skyline. I panorami verdissimi ricordano per certi versi quelli della Maremma, con innesti rubati agli Appennini emiliani. Soprattutto è l’estensione territoriale e la parcellizzazione a caratterizzare questo Comune, terzo per vastità nella Lucchesia, e composto di ben 40 frazioni, agglomerati di case distanti tra loro e indipendenti l’una dall’altra (molte senza nemmeno un bancomat o una cabina telefonica, ma con un proprio cimitero). Grazie all’abbondanza d’acqua, nel dopoguerra, è diventato una delle capitali dell’industria cartaria, con un’economia attuale basata tanto sull’agricoltura che sul manifatturiero. Molta operosità e bassa densità abitativa.
Difficile muoversi e agire in un contesto del genere. Merito doppio, dunque, al coreografo Roberto Castello (lui preferirebbe la qualifica a 360° di “teatrante”) che con la compagnia ALDES ha scelto di insediarsi in quest’area periferica rispetto ai grandi percorsi teatrali nazionali e che anche con la manifestazione estiva Tempi Moderni prova a dare un’identità culturale comune e un baricentro identitario a una miriade di piccole e piccolissime borgate. Forse perché l’esigenza si è manifestata inizialmente nel momento nero del lockdown, quando la necessità di incontro tra le persone aveva toccato lo zenit. L’idea fu di trasformare le aie e le corti delle cascine dell’hinterland lucchese in un palcoscenico sotto le stelle dove artisti e maestranze potevano finalmente trovare un modo di espressione e una fonte di reddito e insieme diventava l’occasione di offerta di aggregazione sociale a chi fino allora era stato prigioniero tra le mura di casa.
Finalmente insieme all’aria aperta artisti e pubblico, con le distanziazioni di legge, ma insieme. E con libagioni offerte dagli ospitanti! In una nuova e autentica festa! E così, con le radici nel concetto di spettacolo come festa tra lo spazio privato e l’evento pubblico, non del Festival paludato e pubblicizzato, si sono andati caratterizzando nel tempo i programmi di Tempi Moderni, con corti di ospitanti che si sono messi a disposizione per ospitare vicini ed amici. Stasera io vengo da te, domani sera tu da me, ci vediamo nella tua aia, no nella mia corte. Passiamo la sera insieme, guardando lo spettacolo e dopo beviamo insieme un bicchiere di vernaccia o di rosso. Se ci sono problemi per le sedie, le porto da casa.
Un piccolo palco, qualche faro, la voglia di assistere a un’esibizione interessante, a un concerto entusiasmante, il bisogno di raccontarsi i fatti della giornata, di rilassarsi all’aperto nella sera, dopo il caldo del pomeriggio. Questo lo spirito che si respira a Capannori e aree limitrofe e che a ogni appuntamento unisce decine e decine di spettatori. Non le folle degli stadi, neppure solo i confinanti del podere accanto, ma un numero sempre crescente di persone più interessate a un dialogo umano tra individui che tra l’altro possono discutere e discettare anche e non solo di teatro, musica e spettacolo.
Oggi, alla sua quarta edizione, Tempi Moderni si è strutturata in modo da far circuitare a rotazione ogni sera tre differenti produzioni della Compagnia ALDES/Spam in tre differenti corti di tre differenti frazioni di Capannori. A noi è stato dato modo di vedere in prima nazionale un delizioso spettacolo di danza concepito e diretto da Roberto Castello, l’Atlante delle danze immaginarie. Nello spirito di un colto e spiritoso divertissement tre ballerini-performer raccontano le vicende immaginarie (ma non troppo) di un’ipotetica regina medioevale che prima di Cristoforo Colombo arriva oltre Atlantico e incontra qui balli etnici (ma non troppo), che vengono riproposti con gusto parodistico (ma non troppo).
Nelle repliche da mercoledì 26 a venerdì 28 luglio 2023 nelle corti di tre diverse frazioni lo spettacolo si alterna a Babele di e con Fabio Saccomani e a La cantautrice fantasma di e con Ivan Talarico.
Tutte le info disponibili sul sito https://www.comune.capannori.lu.it/approfondimenti/estate-capannorese-2023. Sempre senza un ticket d’ingresso, perché a una festa non si può pagare un ticket d’ingresso, ma con la possibilità di lasciare “beni di prima necessità” ai volontari della Caritas.
(Nella foto, Martina Auddino, Erica Bravini, Riccardo De Simone protagonisti di “Atlante delle danze immaginarie” di Roberto Castello. Lo spettacolo è parte del non-festival Tempi Moderni a Capannori)