L’annuncio viene dalla radio: una donna è stata assassinata. Inizia così Trappola per topi, seconda pièce di Agatha Christie, con cui è iniziata la bella stagione del Teatro Manzoni a Milano. La radio è quella della Locanda del cacciatore, appena aperta dai giovani coniugi Mollie e Giles Ralston. È immersa in una tormenta di neve che sembra non lasciar presagire una fine imminente. Gli ospiti che arrivano appaiono tutti sopra le righe: comportamenti strani, abbigliamento ancor più strano (da guardare anche le calzature). Quando la locanda sembra al completo, la polizia telefona per annunciare l’arrivo del sergente.
Primo panico generale – multa, locanda non in regola, parcheggio disabili occupato? -, a cui il sergente Trotter, riuscito ad arrivare grazie a un paio di sci, risponde di essere lì per proteggerli. Perché questa è una storia che affonda le radici nel passato ed è legata a una canzoncina, molto nota tra gli inglesi, che parla di tre topolini. Storia drammatica di tre fratellini dati in affido e maltrattati, che per il sergente Trotter è alla base del primo delitto. L’unico? Probabile che l’assassino agisca ancora. Il sergente Trotter non fatica molto a insinuare il dubbio.
Questa messinscena di Trappola per topi vive molto sui particolari. Sembra giocare con il pubblico. In un primo momento inducendolo a sospettare di tutti. A ragione, perché tutti hanno qualcosa che induce a pensare a inganni e sotterfugi. Questi ospiti sono quello che dicono di essere? Si muovono in una scenografia, che, oltre a essere molto attraente, non permette di dimenticare che questa locanda è isolata dalla neve. Ed è una neve che entra appena si apre la porta d’ingresso e si vede continuare a scendere attraverso i grandi finestroni sul fondo. Ma c’è anche un gioco sottile basato sulle musiche, i suoni, i movimenti. Facile pensare a un altro grande maestro del giallo, Hitchcock, evocato con la musica di Vertigo La donna che visse due volte, ma anche quando un ospite agita un coltello stile Psycho. E a fare da colonna sonora è la musica dei Beatles.
Il gioco dei particolari continua. Chiama in causa un giornale, una pianta carnivora, un telefono a muro di quando non c’erano i cellulari, delle scale che, sia pure solo raccontate, non si capisce dove portino in questa casa che è sicuramente un labirinto. E le luci? Illuminano il soggiorno della locanda, ma sono a forma di corna di cervo. Tutti particolari inquietanti, che lasciano supporre solo cose losche. E i nomi di questi personaggi? Sono nomi veri, di persone credibili? Agli occhi degli spettatori hanno un che di caricaturale, e in vari momenti suscitano sorrisi. Ma anche questo fa parte del meccanismo della suspense. In un giallo che non dimentica nemmeno i risvolti psicologici.
Se la casa sembra rassicurante (luci a parte), con un arredamento borghese e tanta luce che entra dalle grandi finestre che coprono tutto il fondo, non bisogna lasciarsi ingannare. Perché questo è un giallo con tutte le carte in regola, scritto da chi i gialli li ha sempre saputi costruire e interpretato da attori che ne assecondano ottimamente l’atmosfera fatta di suspense, brividi e humour. Con contorno di neve, filastrocca e…
Alla fine le sorprese si moltiplicano, come le risposte. Ma l’assassino non è il maggiordomo. Qui nemmeno c’è.
(Nella foto di Federico Riva, Claudia Campagnola, Dario Merlini, Lodo Guenzi, Tommaso Cardarelli, Maria Lauria a terra in una scena di Trappola per topi)
Trappola per topi
di Agatha Christie
Traduzione e adattamento di Edoardo Erba
Regia di Giorgio Gallione
Con personaggi e interpreti:
Mollie Ralston: Claudia Campagnola; Giles Ralston: Dario Merlini; Christopher Wren: Stefano Annoni; Signora Boyle: Maria Lauria; Maggiore Metcalf: Marco Casazza; Signorina Casewell: Raffaella Anzalone; Signor Paravicini: Tommaso Cardarelli; Sergente Trotter: Lodo Guenzi, per la prima volta in una pièce teatrale.
Produzione La Pirandelliana
A Milano al Teatro Manzoni dal 7 al 19 novembre 2023
(feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 18 novembre ore 15,30 e 20,45)